(Damasco) – Il Centro Italo Arabo Assadakah è a Damasco per seguire le elezioni presidenziali il Siria. Il reporter libanese Talal Khrais, responsabile esteri dell’associazione, definisce la missione giornalistica nel paese arabo la più importante della sua storia. Sono presenti anche giornalisti italiani, spagnoli e francesi.
Assadakah, con Khrais, fa parte della commissione internazionale degli osservatori che dovranno vigilare sulla regolarità del voto il prossimo 3 giugno. Il primo incontro della missione è stato con il candidato alla presidenza della Repubblica, l’economista Hassan Nouri.
“Lasciando Beirut per Damasco – rivela Khrais – ho visto una fila chilometrica di persone che sono giunte da tutto il Libano per il votare il nuovo Presidente della Siria. Non importa chi sarà il candidato da scegliere, ciò che conta è partecipare, dare un significato a questo appuntamento fondamentale per la democrazia e la pace in questo paese. Ovviamente la stampa occidentale ha censurato le immagini del fiume di uomini e donne che si è recato a votare presso l’ambasciata siriana nella capitale. Sono immagini che il mondo non deve vedere perché da sole bastano a far crollare il muro di menzogne costruito con le false corrispondenze giornalistiche”.
“Quelle immagini – continua il reporter libanese – sono il segno della sconfitta per chi pensa ancora che in Siria ci sia una guerra civile. No, non c’è la guerra civile, c’è soltanto una minoranza armata da potenze straniere che vuole abbattere uno stato sovrano. Arrivato a Damasco posso dire che oggi la capitale é una città tranquilla. Il terrorismo non ha spazio in un Paese di mille culture. La gente si prepara a votare con una gioia incredibile, ci sono feste ovunque. Le strade pullulano di gente, si fa shopping come una città qualsiasi, con negozi aperti fino a tardi. Così è anche nei ristoranti. Qui non si è mai smesso di vivere e adesso il futuro non fa più paura”.
Ne è convinto anche il candidato alla presidenza della Repubblica, Hassan Nouri, “che sa di non poter competere per la poltrona di presidente ma crede fortemente in queste elezioni perché rappresentano un segnale di cambiamento. E chiunque vincerà la sfida del 3 giugno – conclude Khrais – sa bene che da quel voto il Paese ne uscirà più forte che mai”.