Il presidente siriano Bashar al Assad ha prolungato di 48 ore la tregua proclamata ad Aleppo. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa siriana “Sana”, il comando dell’esercito ha stabilito l’estensione della tregua, che ha preso il via questa mattina all’una. Damasco aveva annunciato giovedì scorso il cessate il fuoco di 48 ore, successivamente esteso a 72 ore, in concomitanza con gli sforzi diplomatici di Russia e Stati Uniti volti a trovare un’intesa su un nuovo accordo per il cessate il fuoco, divenuto necessario dopo l’intensificarsi degli scontri nella città del nord della Siria.
Proseguono intanto i bombardamenti delle forze governative sul villaggio di Khan Tuman, 15 chilometri a sud di Aleppo, occupato nei giorni scorsi dai gruppi jihadisti e dai terroristi di Al Nusra, sigle che sia Damasco che Mosca considerano escluse da qualsiasi accordo di fine ostilità. La Russia e gli Stati Uniti nel frattempo hanno ribadito il loro impegno per il rispetto del regime di cessate il fuoco in Siria e sono intenzionati ad intensificare gli sforzi per attuarlo. “Abbiamo ancora una volta deciso di confermare il nostro impegno per la tregua in Siria e di intensificare i nostri sforzi per attuarla in tutto il Paese. Abbiamo anche intenzione di contribuire alla fornitura di assistenza umanitaria a tutte le persone in stato di bisogno, in conformità con la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, si legge nel comunicato congiunto sottoscritto da Mosca e Washington in qualità di co-presidenti del Gruppo internazionale di sostegno alla Siria. Russia e Stati Uniti si sono impegnati ad esercitare pressioni sui rispettivi partner per mantenere la fragile tregua in Siria e per proseguire l’assistenza umanitaria alla popolazione siriana in stato di bisogno.
Attraverso un comunicato congiunto Usa e Russia invitano il governo di Damasco e i gruppi dell’opposizione a non riprendere le ostilità, nonostante il cessate il fuoco temporaneo in vigore ad Aleppo sia prossimo alla scadenza. I due paesi “ribadiscono il loro impegno ad esercitare pressione sulle parti, per garantire la sua erogazione continua”, si legge nella dichiarazione. Nel comunicato si specifica che proseguirà anche il ponte aereo per gli aiuti organizzato delle Nazioni Unite. “La fornitura di assistenza umanitaria per via aerea continuerà a Deir el Zor a vantaggio di circa 110 mila persone. Inoltre, ribadiamo la necessità per la consegna costante di aiuti umanitari alle zone riconosciute dalle Nazioni Unite come di difficile accesso”, si legge nella dichiarazione, nella quale si puntualizza che “l’accesso umanitario, compreso l’accesso del personale medico nelle zone più importanti, dovrebbe essere il primo passo per un accesso pieno e senza ostacoli in tutto il paese”. In conformità con i requisiti della risoluzione 2258 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, conclude la dichiarazione, “l’accesso a zone di frontiera necessarie per la fornitura di assistenza umanitaria deve rimanere aperto”.