Una delegazione di combattenti ribelli e di attivisti della zona di Wadi Barada, nella parte nord orientale della provincia di Damasco, ha incontrato alcuni funzionari del governo siriano. Secondo quanto già annunciato dai media siriani, il governo di Damasco avrebbe raggiunto un accordo con i ribelli asserragliati nella località di Wadi Barada per consentire l’entrata di esercito e tecnici al fine di ripristinare l’approvvigionamento idrico della capitale interrotto a causa della distruzione delle condotte idriche da parte dei ribelli, almeno secondo quanto riferisce il governo Damasco.
Intervistato dall’agenzia di stampa siriana “Sana”, il governatore della provincia di Damasco, Alaa Ibrahim, ha sottolineato che alcuni leader ribelli avrebbero accettato di abbandonare la località, situata a circa 17 chilometri a nord est di Damasco, per dirigersi verso le aree controllate dall’opposizione della provincia di Idlib.
Secondo il governatore, l’accordo richiede agli insorti la consegna delle armi pesanti e l’uscita dei miliziani armati di nazionalità straniera e l’ingresso delle forze regolari siriane per poter bonificare la zona da ordigni esplosivi e mine in modo da consentire ai tecnici di poter riparare i guasti alle pompe idriche e alle tubature che trasportano l’acqua verso la capitale. Alaa Ibrahim ha precisato che i leader dei gruppi armati stanno facendo pressioni sui militanti per abbandonare la zona, annunciando che nelle prossime ore l’accordo potrebbe essere ufficializzato.
Secondo i media internazionali, i ribelli avrebbero negato di aver raggiunto alcun accordo con il governo. Il possibile accordo con i ribelli dell’area di Wadi Barada giunge dopo settimane di violenti combattimenti che hanno minacciato la fragile tregua tra esercito e ribelli iniziata lo scorso 30 dicembre 2016 grazie alle mediazione di Russia e Turchia. I combattimenti hanno danneggiato le infrastrutture idriche e lasciato circa 5,5 milioni di persone nella capitale e nei suoi sobborghi senza acqua.
Fonte: Agenzia Nova