Il presidente siriano Bashar al-Assad «deve andarsene, la soluzione non passa attraverso di lui». Francois Hollande insiste sulla necessità che il leader siriano si faccia da parte, se si vuole mettere fine, dopo oltre quattro anni e 240mila morti, alla crisi siriana. «È lui il responsabile della situazione in Siria, è lui che bombarda il suo popolo – ha ricordato il presidente francese in una conferenza stampa a Parigi – che bombarda i civili, che ha utilizzato le armi chimiche. Noi l’abbiamo sempre detto, non è possibile che Assad resti». E questa posizione, ha detto ancora Hollande, «la vogliamo condividere con la Russia e l’Iran», perché «la soluzione non passa attraverso Bashar al-Assad, deve andarsene».
«Quando sento qualcuno dire che ‘è il meno peggio’…è sempre la stessa storia con i dittatori: come volete che un siriano che ha visto la sua famiglia massacrata possa tornare al tavolo del negoziato con Assad?», ha proseguito Hollande nella sua accusa contro i crimini del regime di Damasco. Quindi, parlando della posizione di Mosca, il presidente francese ha ricordato che, certo, «la Russia è un alleato del regime siriano, ma questo non vuol dire che sia un alleato incrollabile di Assad, anche la Russia vuole trovare una soluzione».
Holland ha poi annunciato di aver chiesto al ministro della Difesa di organizzare da domani voli di ricognizione sulla Siria, in vista di eventuali raid contro lo Stato islamico. «Vogliamo sapere cosa si prepara contro di noi e cosa si fa contro la popolazione siriana. Per questo ho deciso di organizzare questi voli di ricognizione, in collegamento con la coalizione. Secondo le informazioni che raccoglieremo – ha proseguito il capo dello stato francese – potremo condurre dei raid». Un intervento di terra delle truppe francesi «sarebbe non conseguente e irrealista» , ha precisato , escludendo questa eventualità. «Significherebbe – ha detto – trasformare un’operazione in una forza d’occupazione».
ONG, 16 JIHADISTI UCCISI IN RAID COALIZIONE SU RAQQA – Almeno 16 miliziani dell’Isis, tra i quali cinque non siriani, sono stati uccisi in raid della Coalizione internazionale a guida americana su Raqqa, la ‘capitale’ dello Stato islamico in Siria. Lo ha riferito l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), precisando la nazionalità di quattro dei foreign fighers morti: un uzbeko, un marocchino, un egiziano e un tunisino.