Il giornalista Richard Engel e la troupe dell’emittente televisiva Nbc, rimasto prigioniero per 5 giorni, non fu rapito dai miliziani fedeli al presidente siriano Bashar al Assad ma dai miliziani sunniti, i cosiddetti “ribelli moderati”. A scoprirlo, a oltre 2 anni di distanza, è stata un’inchiesta del New York Times che ha smontato le affermazioni del giornalista americano che, citato dalla sua emittente, disse: “Parlavano senza problemi della loro fedeltà al regime, si trattava di shabbiha, addestrati dall’Iran e alleati con gli Hezbollah libanesi”. Secondo Engel, i rapitori volevano scambiarlo con altri prigionieri nelle mani dei ribelli. Alcune fonti parlarono di 4 iraniani e altri due miliziani libanesi.
Le indagini del New York Times sono arrivate a nuove conclusioni, dopo aver ascoltato numerose fonti d’intelligence con una diretta conoscenza del caso. Il quotidiano americano ha scritto che Engel e gli altri sarebbero stati rapiti da un gruppo sunnita legato all’Esercito siriano libero, conosciuto come Brigata dei falchi di Nord Idlib, che all’epoca era guidato da Azzo Kassab e Shukri Ajouj. Il rapimento si sarebbe poi concluso quando un altro gruppo di ribelli, Ahrar al-Sham, liberò Engel e gli altri giornalisti.
Secondo diverse fonti del Times, la Nbc era stata informata del possibile ruolo di Kassab e Ajouj nel rapimento prima ancora della liberazione dei giornalisti. Ciononostante, Engel accusò in diretta televisiva gli sciiti, mantenendo inalterato, fino allo scoop del NYT, il racconto ufficiale sul suo rapimento. I
l reporter americano, dunque, ha mentito. E lo ha fatto sapendo di mentire, coperto dalla sua emittente, la NBC, impegnata da anni in una colossale opera di disinformazione sulla guerra in Siria, attribuendo al governo di Assad e alle forze a lui fedeli una serie di crimini commessi invece dai cosiddetti ribelli e dai gruppi jihadisti che da anni insanguinano il paese arabo.
Engel ha dovuto ammettere “l’errore”, dichiarando che i rapitori avrebbero usato un “elaborato stratagemma” per convincere lui e i suoi cinque colleghi di essere membri di milizie sciite fedeli ad Assad. In realtà non fu un errore ma la scelta consapevole di mentire all’opinione pubblica americana per sostenere un intervento militare statunitense in Siria in uno dei momenti di maggior tensione tra la Casa Bianca e il governo di Damasco.
Non si tratta, per la Nbc, di un caso isolato: la tv statunitense è sotto pressione affinché licenzi Brian Williams, un anchor del canale sospeso per sei mesi, colpevole di aver mentito sulla sua presenza a bordo di un elicottero militare statunitense colpito dal fuoco nemico durante la guerra in Iraq, nel marzo 2003.