Siria. La comunità alawita scarica Assad? La nuova bufala della stampa occidentale


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(Francesco Gori) – L’opera di disinformazione sulla Siria si compone di un nuovo tassello. Un ristretto numero di quotidiani internazionali, tra cui l’italiano ‘La Repubblica’, è venuto a conoscenza di un documento, composto di 35 punti, attraverso il quale quattro influenti famiglie della comunità alawita – la stessa del presidente Bashar al Assad – chiede un “nuovo corso” nel paese, un cambio al vertice per avviare un cammino di pacificazione tramite la costruzione di uno stato laico e democratico. La notizia, che ha avuto ampio risalto in Italia ed è stata ripresa da tutti i maggiori quotidiani nazionali, tende a delegittimare il presidente siriano e a dimostrare, attraverso la richiesta di un cambiamento al vertice dello Stato, come lo stesso non goda più del sostegno della comunità di provenienza.

Ovviamente il fantomatico documento viene presentato all’opinione pubblica come il documento dell’intera comunità alawita siriana senza precisare l’identità degli esponenti che lo hanno redatto. Non è un caso che l’appello giunga proprio nel momento di massima forza del presidente siriano, a pochi giorni dalla liberazione della città storica di Palmira, patrimonio dell’umanità fino a poco tempo fa nelle mani dei terroristi dell’ISIS. L’esercito siriano, sostenuto dai russi e dagli alleati iraniani e libanesi di Hezbollah, avanza dovunque, strappando porzioni di territorio a quei terroristi che l’Occidente ha dapprima sostenuto in funzione anti Assad fino a esserne definitivamente travolto.

L’immagine di Assad nell’opinione pubblica internazionale è notevolmente cambiata, da feroce tiranno e pericolo per la sicurezza mondiale si è trasformato nell’uomo che comunque ha guidato un paese nella lotta contro il terrorismo globale e il radicalismo islamico. Un’immagine che l’Occidente tenta di screditare in tutti i modi, utilizzando anche i media più influenti. Del resto è quanto accaduto nel corso di una guerra dove la manipolazione delle notizie a favore dei gruppi dell’opposizione armata al governo di Damasco è stata sistematica e largamente documentata.

Le fonti di Spondasud in Siria non sono a conoscenza di questo documento. In ogni caso, affermano le stesse fonti, anche se ci fosse rappresenterebbe una parte poco influente della comunità alawita che, invece, sostiene apertamente l’operato di Assad e lo invita a mantenere il suo ruolo di guida del paese, soprattutto ora che la vittoria appare vicina.

Tutto ciò non piace ai governi occidentali, a partire dagli Stati Uniti che continuano a invocare l’uscita di scena di Assad. E per rafforzare questa tesi hanno costruito la menzogna della comunità alawita che scarica il suo presidente.  Presentato come una “Dichiarazione di riforma dell’identità”, il documento intenderebbe superare i secolari ostacoli dottrinari tra alawiti e musulmani sunniti, rivendicando il sostegno della “maggioranza” della comunità. I promotori – che si celano dietro l’anonimato – sottolineano di riferirsi alle quattro famiglie principali della setta, e vantano il sostegno proveniente da tutte le zone abitate da alawiti, da Latakia e Tartus, sulla costa, ma anche da Hama, Homs e Damasco. Non si tratta di un golpe, precisano, ma di una trasformazione interna. E, spiegano, “non siamo contro Assad come persona, ma contro il sistema attuale. Non possiamo salvare lo Stato se lui si dimette subito. Ma con lui al potere non ci saranno riforme”. Per questo, “abbiamo bisogno di un cambiamento per fasi, monitorato dalla comunità internazionale. I nostri capi religiosi possono negoziare un accordo e garantire la protezione della famiglia Assad”, dice il documento che individua così una “via di uscita per il regime” e propone di “disegnare una road map per la pace”.

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