Le unità dell’Esercito siriano stanno avanzando verso al Raqqa, “capitale” dello Stato islamico in Siria. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa iraniana “Irna”, le forze filo-governative hanno superato un impianto petrolifero e una centrale elettrica, arrivando a distanza ravvicinata alla base aerea di al Tabqa, che dall’agosto 2014 è controllata dall’Is.
La base di al Tabqa è particolarmente strategica perché si trova sulla principale via di comunicazione con Raqqa. Da pochi giorni le forze governative siriane hanno avviato un’offensiva per riprendere il controllo della città. L’operazione lanciata dalle autorità siriane può contare sulla copertura dei caccia russi e arriva a pochi giorni da un’altra offensiva, avviata dalle Forze democratiche siriane (Sdf) e appoggiata dagli Stati Uniti, sempre per riprendere il controllo di Raqqa, proclamata il 29 giugno 2014 capitale dell’Is dal sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi.
Le Sdf, gruppo che include le Milizie curde di protezione del popolo (Ypg), hanno dato il via all’offensiva su Raqqa il 24 maggio scorso con l’obiettivo di tagliare tutte le vie di rifornimento e conquistare la città dal versante settentrionale.
La campagna delle Sdf per la liberazione di Raqqa doveva iniziare già alcuni mesi fa, ma è stata ritardata dall’ostruzionismo della Turchia che si è sempre opposta al coinvolgimento delle Ypg curde (braccio armato del Partito democratico siriano Pyd) nella lotta all’Is.
Dopo varie consultazioni e il fallimento degli accordi tra Ankara e Washington sull’addestramento dei ribelli siriani, però gli Stati Uniti hanno deciso di dare il via libera all’operazione delle Sdf anche senza l’appoggio turco. Il generale Joseph Votel, capo del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom), si sarebbe recato ad Ankara pochi giorni prima dell’inizio dell’operazione proprio per annunciare la decisione statunitense alle autorità turche.
Raqqa è la prima città in cui lo Stato islamico ha istituito una sua amministrazione “autonoma” dopo l’avanzata in Siria ed è stata infatti subito proclamata capitale del califfato: la sua liberazione sarebbe quindi una delle maggiori sconfitte sul terreno per il gruppo jihadista.