Il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito il suo sostegno alla Siria di Bashar Assad e proposto un coordinamento di paesi della regione per sconfiggere la minaccia dello Stato Islamico. Dal punto di vista russo, ha detto in un’intervista alla rete televisiva americana Cbs, c’è un solo esercito regolare in Siria, ed è quello del presidente Bashar Assad che deve affrontare «quella che alcuni dei nostri partner internazionali considerano un’opposizione. In realtà, l’esercito di Assad si batte contro organizzazioni terroriste».
Putin ha difeso il suo impegno a fianco di Assad, precisando che si tratta di fornitura di armi, addestramento militare e invio di aiuti umanitari alla popolazione. Così facendo, ha sottolineato, «ci basiamo sulla Carta delle Nazioni Unite» che prevede che gli aiuti, «compresa l’assistenza militare, possano e debbano essere forniti esclusivamente ai governi legittimi». Il terrorismo «minaccia un gran numero di Stati e di persone, centinaia di migliaia, milioni di persone ne soffrono», ha detto ancora il leader del Cremlino, secondo il quale è necessario «unire gli sforzi in questa lotta contro un male comune».
«Abbiamo proposto una cooperazione agli Stati della regione, stiamo cercando di costituire una sorta di cornice di coordinamento», ha proseguito Putin, dicendo di aver personalmente informato il presidente turco, il re di Giordania, l’Arabia Saudita e il segretario di stato americano John Kerry. L’intervista di Putin avviene alla vigilia del suo discorso all’Assemblea Generale dell’Onu a New York, a cui seguirà un incontro con il presidente americano Barack Obama.