“La nostra politica volta a sostenere la Siria, le autorità siriane e il popolo siriano, resta immutata”. Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, incontrando a Mosca il ministro degli esteri siriano Walid Muallem. “Vediamo come la situazione in Siria, a causa dell’aggressione del terrorismo globale, si stia sviluppando fra molte difficoltà. Siamo sicuri – ha proseguito il presidente russo – che alla fine sarà il popolo siriano a vincere”. La Russia è convinta che Assad sia il legittimo presidente della Siria e che il popolo siriano debba poter scegliere il proprio governo e i propri leader senza interventi esterni.
Il rappresentante del governo siriano ha anche incontrato l’omologo russo Sergei Lavrov per lanciare un appello urgente per il riavvio del dialogo politico fra Damasco e l’opposizione siriana. “Tutti i paesi della regione del Medio Oriente – ha detto Lavrov – devono mettere le loro differenze da parte e concentrarsi sulla comune minaccia dello Stato Islamico, perché gli sforzi della Siria da soli non sono sufficienti per affrontare il problema”.
“Prendendo in considerazione il grado di attività dello Stato islamico, la Siria non può affrontare il problema da sola, per questo chiediamo a tutti i paesi della regione di coordinare le loro attività nella lotta contro questa terribile minaccia”, ha detto il capo della diplomazia russa nel corso di una conferenza stampa congiunta con Walid Muallem. “Siamo certi che tutti i paesi della regione devono mettere le loro differenze da parte e concentrare tutti i loro sforzi nella lotta contro la minaccia comune: la minaccia del terrorismo”.
Nel corso della visita, che avrà una durata di tre giorni, il ministro siriano affronterà, fra l’altro, il tema relativo alle operazioni di contrasto al terrorismo nella regione.
Il focus della discussione sarà incentrato anche sull’urgenza di riavviare un processo politico che possa restituire equilibrio alla situazione. L’urgenza di un tale obiettivo – ha sottolineato una nota del ministero degli esteri russo – è riconosciuta non solo in Medio Oriente ma anche a livello globale.