L’Iran è pronto al dialogo con gli Stati Uniti, con l’Arabia Saudita e con altri Paesi influenti per trovare una soluzione al conflitto in corso in Siria dal marzo del 2011 e per discutere del futuro del Paese. È quanto ha annunciato il presidente iraniano Hassan Rohani nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente austriaco Heinz Fischer a Teheran. «L’Iran parteciperà a qualsiasi negoziato il cui obiettivo sia quello di garantire la sicurezza, la stabilità e la democratizzazione della Siria. Con questo scopo, l’Iran avrà colloqui con qualsiasi stato della regione e potenza», ha detto Rohani.
Fischer è giunto ieri sera a Teheran a capo di una delegazione di 130 aziende austriache e accompagnato dal ministro degli Esteri Sebastian Kurz e da quello dell’Economia Reinhold Mitterlehner. È il primo capo di Stato europeo a recarsi in Iran dopo il raggiungimento di un accordo sul programma nucleare iraniano tra Teheran e il gruppo dei 5+1, i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania. Come annunciato dalla presidenza austriaca, la visita ufficiale di Fischer a Teheran terminerà domani
«Quello che conta è la vita delle persone e il ritorno degli sfollati. È nell’interesse del mondo intero che questo accada in Siria a breve», ha proseguito Rohani nel corso della conferenza stampa. Il presidente iraniano ha quindi detto che la priorità, rispetto alla Siria e alla responsabilità che ha la comunità internazionale, è quella di «fermare lo spargimento di sangue e creare sicurezza nel Paese».
Solo in un secondo momento, ha proseguito Rohani, si dovrà discutere di questioni come la democrazia, le elezioni e il modello di governo per la Siria. Il presidente iraniano ha quindi sostenuto che il popolo della Siria sarà l’unico a dover determinare il futuro del proprio Paese, il sistema politico e di governo attraverso un dialogo nazionale. «Nessun Paese o potenza stranieri devono decidere il futuro della Siria», ha affermato.
GB PRONTA A NUOVI ATTACCHI SEGRETI CON DRONI IN SIRIA – Il Regno Unito «non esiterebbe» a lanciare nuovi attacchi segreti coi droni in Siria qualora ci fosse una minaccia diretta alla sicurezza nazionale. Lo ha detto il ministro della Difesa, Michael Fallon, affermando che l’uccisione mirata ad agosto di due cittadini britannici membri dell’Isis, rivelata ieri dal premier David Cameron in Parlamento, è stata «un atto di auto-difesa perfettamente legale» e che non si poteva agire in altro modo.
BOLDRINI, MAI BUONI RISULTATI QUANDO SI VA A BOMBARDARE – «Gli interventi militari non sono mai stati alla base di buone soluzioni, né credo che possano dare buoni risultati, tanto più quando sono sporadici e senza una cornice di consenso internazionale. Guardo al passato e non sono ottimista sulla decisione di andare a bombardare». Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini, ospite di Sky Tg24, rispondendo a una domanda sull’ipotesi di un intervento militare in Siria.