Nella strage del 10 ottobre ad Ankara l’Isis, i militanti curdi del Pkk e del Pyd e i servizi segreti del governo siriano di Bashar al Assad hanno tutti svolto un ruolo. Lo ha detto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, citato dall’agenzia di stampa statale Anadolu. Le autorità turche hanno finora identificato uno dei due kamikaze come Yunus Emre Alagoz, membro di una cellula locale dell’Isis e fratello dell’attentatore suicida che a luglio uccise 33 militanti filo-curdi a Suruc. Si tratta di un’evidente mossa elettorale per sgombrare le ombre sul ruolo che Ankara ha avuto nell’attentato che colpito pacifisti e militanti dei partiti di opposizione.
Intanto, in vista delle elezioni, si fa sempre più infuocato lo scontro politico tra l’opposizione e il presidente turco. A lanciare l’ultima polemica sui lussi del presidente turco è il quotidiano di opposizione laica Cumhuriyet, che da una foto ufficiale ha isolato e analizzato la penna stilografica sul tavolo di Recep Tayyip Erdogan: “La penna di Erdogan – ha scritto il giornale – costa come 4 salari minimi”. Si tratta infatti di un modello di Mont Blanc che, insieme al suo supporto, ha un valore di mercato di circa 4 mila lire turche (intorno a 1.200 euro), appunto come quattro stipendi minimi in Turchia.
Intanto uno studente di 15 anni, identificato con le iniziali di U.E. è stato arrestato a Kayseri, nell’Anatolia centrale per aver “insultato” il presidente Recep Tayyip Erdogan. Il ragazzo, questa l’accusa, avrebbe “attentato all’immagine del presidente”, secondo l’articolo 299 del codice penale turco. Nonostante, in teoria, il giovane rischi fino a quattro anni di carcere, secondo i media locali dovrebbe cavarsela con un’ammenda.Il giovane comparirà davanti a un giudice di un tribunale penale. Non si tratta della prima circostanza in cui le invettive contro il presidente turco costano a qualcuno l’arresto: nel dicembre scorso un 17enne era stato condannato a 11 mesi di carcere con la condizionale per la stessa ragione. Il caso aveva sollevato un vespaio circa le presunte derive autoritarie del governo turco.