Trump giura sulle Bibbie. La laicità dello Stato americano tra proclami e pratiche effettive


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(Raimondo Schiavone) –  Donald J. Trump ha prestato giuramento come 47° Presidente degli Stati Uniti, inaugurando il suo secondo mandato non consecutivo. La cerimonia, svoltasi all’interno della Rotonda del Campidoglio a causa delle rigide temperature, ha visto Trump posare la mano su due Bibbie: quella storica di Abraham Lincoln e quella donatagli da sua madre durante l’infanzia.

Durante la presentazione, un oratore ha evocato figure bibliche, paragonando il ritorno di Trump alla Casa Bianca al viaggio di Mosè dall’Egitto, e ha invocato la protezione divina per il Presidente e la First Lady, Melania Trump. Trump stesso ha sottolineato la necessità dell’aiuto di Dio per adempiere al suo mandato, affermando: “Con l’aiuto dell’Onnipotente, guideremo questa nazione verso una nuova era di grandezza”.

Questa manifestazione di fervore religioso durante una cerimonia di Stato solleva interrogativi sulla laicità degli Stati Uniti. La Costituzione americana, infatti, stabilisce che “il Congresso non emanerà alcuna legge che rispetti l’istituzione di una religione o ne proibisca il libero esercizio”, sancendo una separazione tra Chiesa e Stato.

È curioso notare come una nazione che si proclama baluardo della laicità integri così apertamente riferimenti religiosi nelle sue cerimonie ufficiali. Ancora più ironico è il fatto che gli Stati Uniti, con una storia relativamente breve rispetto a civiltà millenarie, si permettano di criticare paesi come l’Iran per la commistione tra religione e politica. L’Iran, erede di una ricca tradizione persiana, è spesso etichettato come “regime religioso” dagli stessi che, nelle loro cerimonie, non esitano a invocare l’intervento divino.

Nel frattempo, il presidente uscente Joe Biden ha concesso una grazia “piena e incondizionata” al figlio Hunter Biden, coinvolto in procedimenti legali per possesso illegale di armi ed evasione fiscale. Biden ha giustificato la sua decisione affermando che il figlio è stato “perseguitato in modo selettivo e ingiusto” a causa della loro relazione familiare.

In conclusione, mentre gli Stati Uniti continuano a presentarsi come un faro di laicità e democrazia, eventi come l’insediamento odierno e le recenti decisioni presidenziali sollevano legittime domande sulla coerenza tra principi dichiarati e pratiche effettive.


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