(Pino Cabras) – La strage di Odessa non è stata dunque un episodio isolato, ma il macabro preliminare della vera dimensione della tragedia ucraina. La conta dei morti nell’est s’impenna sulle centinaia di vittime, e si capisce bene che tipo di scontro stia avvenendo se si osserva chi è che muore. Si contano relativamente pochi morti fra i soldati di Kiev, e la maggior parte di questi è vittima di incidenti molto controversi causati dalle stesse forze armate, in apparenza “fuoco amico”. Gli altri morti, quelli che subiscono attacchi dal cielo, sono invece tanti, tantissimi, per lo più inermi cittadini russi dell’Ucraina orientale.
Quando le proporzioni sono queste, dove si muore quasi solo da una parte e quasi soltanto fra i non combattenti, non è più una guerra codificata dalla ragione e dal diritto, ma una strage. Strage è la parola più adatta a descrivere quel che sta accadendo nell’est dell’Ucraina. Un’immane ecatombe a opera del governo di Kiev, per colpire e terrorizzare la popolazione con la benedizione e il silenzio di Obama, dei maggiordomi europei e della stampa a trazione NATO.
Il neo-eletto presidente ucraino Poroshenko giustifica tutta questa ferocia pianificata in nome della lotta al terrorismo. I morti che vengono accatastati negli obitori di Donetsk sono però civili sorpresi nella loro vita quotidiana.
Nelle elezioni appena svolte, lo stesso giorno in cui si votava in Europa, i partiti paramilitari nazistoidi ucraini hanno ottenuto pochissimi voti, rastrellati invece da satrapi, plutocrati e oligarchi mafiosi. Ma le urne non danno misura del loro potere reale negli apparati repressivi, essendo detti nazistoidi, sin da subito, inquadrati nelle nuove milizie della premiata macelleria “cilena” di Kiev. E a che servono partiti nazisti, quando nazista è l’operato del regime, nazisti i metodi e le rappresaglie? Si sarà capito che non è il consenso dei cittadini né la loro rappresentatività la preoccupazione numero uno dell’operazione in atto.
L’edizione ucraina di Forbes, il 23 maggio, scriveva che all’Ucraina sarebbe servito ripetere la positiva esperienza del Cile di Pinochet, che aveva portato il suo paese ai fasti e i miracoli del vero capitalismo. L’esperimento sul corpo vivo dell’Europa è agli inizi, ormai non lo nascondono nemmeno.
Tre anni fa Napolitano fu instancabilmente loquace per spingere l’Italia all’intervento contro la Libia, non appena Gheddafi aveva dato una risposta militare alla sedizione guidata dagli jihadisti in Cirenaica. Oggi, di fronte agli elicotteri che prendono a bersaglio le casalinghe di Donetsk, il Peggiorista ha problemi di voce, e con lui il coro muto dei governanti europei.
Avete appena cominciato a NON vedere il sangue per le strade, perché i media dicono pochino. Venite a vedere il sangue per le strade. Venite a vedere il sangue, per le strade.