E’ ufficiale: il fotogiornalista italiano Andy Rocchelli è stato ucciso a Sloviansk, la roccaforte dei ribelli filorussi nella regione di Donetsk, insieme a un interprete russo. La conferma è arrivata dalla Farnesina. All’accertamento definitivo manca il riconoscimento della salma che sta per essere trasferita, insieme a quella di un cittadino russo che era con Rocchelli, dal centro medico di Andreevka all’ospedale di Slaviansk, distante pochi chilometri. La famiglia del giovane reporter è stata in queste ore in contatto con il ministero degli Esteri e l’Ambasciata a Kiev, che l’assisterà al suo arrivo questo pomeriggio nella capitale ucraina. In precedenza erano state le agenzie
Interfax e Ria Novosti a rilanciare la notizia. Testimoni hanno riferito che l’interprete è morto sul colpo, mentre Rocchelli – colpito gravemente – sarebbe deceduto poco dopo il ferimento.
Rocchelli da giorni si trovava in Ucraina, dove si vota per le presidenziali, insieme al traduttore Andrei Mironov, anche lui colpito. Mironov avrebbe anche il passaporto italiano
LA DINAMICA
Il giornalista francese William Roguelon dell’agenzia Wostok Press, che era con l’italiano, ha raccontato che si trovavano a bordo di un’auto con l’interprete, nella zona sud della città, assediata dalle forze militari di Kiev. “Prima abbiamo sentito colpi di kalashnikov che fischiavano. Poi sono piovuti i colpi di mortaio tutt’intorno”, ha raccontato il fotografo. Roguelon ha affermato di averne visti esplodere fra i 40 e i 60. “Hanno aggiustato il tiro e un colpo è piombato in mezzo al fossato” dove i fotografi si erano messi al riparo. Roguelon ha poi riferito alla tv Rossya 24 di aver visto il collega italiano “giacere sul terreno e non muoversi piu'”. Roguelon è stato trasportato in un vicino ospedale.
CHI E’ ROCCHELLI
Rocchelli ha 30 anni, è originario di Piacenza e membro fondatore del collettivo fotografico Cesura. Dal 2009 ha iniziato un documentario seriale sugli abusi sulla cittadinanza nel Caucaso e in Daghestan. Nel 2010 – con Human Right Watch – ha seguito la crisi etnica nel Kyrgyzstan del sud. Nel 2011 ha seguito la “Primavera Araba” in Tunisia e Libia. Vive e lavora tra Mosca e Milano e collabora con numerose riviste e giornali quali Newsweek, Wall Street Journal, l’Espresso, Le Monde, Foreign Policy,Novaya Gazeta, Zurich Zeitung, Kommersant. Il collettivo, contattato nella sede di Pianello Val Tidone (Piacenza), ha confermato di non ricevere notizie del fotoreporter da 24 ore e che è in attesa di ulteriori informazioni.
Foto Ansa