Washington propone una forza internazionale per Gaza con 20mila soldati


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NEW YORK — Gli Stati Uniti hanno presentato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU una bozza di risoluzione che definisce i contorni del futuro assetto di Gaza. Il testo, basato sul cosiddetto “piano Trump”, prevede la creazione di una Forza di stabilizzazione internazionale composta da circa 20mila militari, con l’autorizzazione a usare “tutti i mezzi necessari” per disarmare Hamas e smantellare le sue infrastrutture militari.

Secondo quanto riportato da Reuters e dal quotidiano israeliano Israel Hayom, la forza opererebbe sotto il coordinamento di un Board of Peace, che fungerebbe da amministrazione transitoria della Striscia. L’obiettivo sarebbe garantire la sicurezza dei confini con Israele ed Egitto e cooperare con una nuova polizia palestinese addestrata da partner internazionali.

Il mandato prevede la smilitarizzazione completa di Gaza, la distruzione delle reti terroristiche e il divieto di ricostituzione di gruppi armati non statali. Parallelamente, le Nazioni Unite, la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa dovrebbero gestire gli aiuti umanitari, ma la bozza esclude esplicitamente l’UNRWA, accusata da Israele di collusione con Hamas. “Qualsiasi organizzazione che abbia abusato dell’assistenza sarà considerata non idonea, ora e in futuro”, recita l’articolo 3 del documento.

La proposta statunitense è stata condivisa con i membri non permanenti del Consiglio e con diversi Paesi arabi. Il voto è atteso nei prossimi giorni.

Intanto, la tensione cresce lungo il confine nord di Israele, dove l’esercito israeliano (IDF) ha condotto nuovi raid contro obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano, dopo aver ordinato l’evacuazione di cinque località. Tel Aviv accusa la milizia sciita filo-iraniana di voler ricostruire le proprie postazioni e di continuare ad accumulare armi.

Da parte sua, Hezbollah rivendica il “diritto alla difesa” e respinge ogni ipotesi di negoziato con Israele, nonostante gli sforzi diplomatici promossi da Washington e sostenuti dal presidente libanese Joseph Aoun. “I colloqui minano la sovranità e l’integrità del Libano”, si legge in una dichiarazione del movimento.

Il governo israeliano ha ribadito che “non permetterà a Hezbollah di riarmarsi” e ha convocato il gabinetto di sicurezza. Nelle aree di Tiro e Nabatieh, diverse scuole resteranno chiuse per precauzione.

Parallelamente, il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato “zona militare chiusa” l’area meridionale al confine con l’Egitto, denunciando traffici di armi verso Gaza tramite droni.

Sul fronte siriano, Reuters riferisce che gli Stati Uniti stanno pianificando una nuova base militare nei pressi di Damasco, parte di un accordo di sicurezza in discussione tra Siria e Israele. L’incontro previsto alla Casa Bianca tra il presidente siriano Ahmed al-Sharaa e Donald Trump dovrebbe servire a formalizzare l’intesa e l’espansione del dispositivo militare americano nella regione.


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