Destino beffardo per le due ragazze sparite in Siria: esaltavano al Qaeda che ora rivendica il rapimento


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(Francesco Gori) – Il Fronte Jabat al Nusra, gruppo siriano legato ad Al Qaeda, conferma di tenere in ostaggio Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. “E’ vero, abbiamo noi le due italiane, perché il loro Paese sostiene i raid in Siria contro di noi”, afferma Abu Fadel, membro dell’organizzazione, contattato dalla Dpa dopo il video delle due ragazze diffuso mercoledì. Anche l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato la notizia. Il portavoce, Rami Abdel Rahman, ha dichiarato: “Ho ricevuto informazioni a conferma che Al Nusra detiene le due donne italiane rapite alla periferia occidentale di Aleppo”.

All’indomani del loro rapimento, avvenuto il 31 luglio scorso in un villaggio nei pressi della città di Aleppo, i media avevano fatto circolare numerose immagini delle due ragazze, da anni impegnate come attiviste al fianco dell’opposizione anti Assad. Tra le tante foto, una in particolare aveva suscitato molti dubbi sulla reale attività svolta dalle due ragazze, descritte sempre come due volontarie impegnate in progetti di cooperazione in Siria. In una immagine si vedono Ramelli e Marzullo, nel corso di una manifestazione contro Assad, mentre tengono in mano un cartello che recita: “Agli eroi di Liwa Shuhada grazie per l’ospitalità e se Dio vuole vediamo la città di Idlib libera quando ritorneremo”.

Liwa Shuhada al-Islam è un gruppo ribelle islamista il cui nome significa “La Brigata dell’Islam”. La Brigata inneggiata dalle due ragazze lombarde è considerata dagli esperti di terrorismo internazionale una sigla vicina al Fronte al Nusra, braccio di al Qaeda in Siria, di chiara matrice jihadista. Questa brigata ha rivendicato inoltre l’attentato che nel luglio del 2012 ha ucciso a Damasco dei funzionari governativi.

Secondo altri, il gruppo a cui le due ragazze facevano riferimento era Liwa Shuhada Badr (Unione dei battaglioni dei martiri di Badr). Di male in peggio. Il suo capo è Qalid bin Ahmad Siraj Ali (alias Qalid Hayani). Il gruppo è dedito a saccheggi e altri crimini contro i civili nella provincia di Aleppo. La liwa Shuhada Badr “controlla due centri di tortura soprannominati “Guantanamo” e “Abu Ghraib”, dove detengono avversari politici, militanti baathisti e civili rapiti nei quartieri settentrionali di Aleppo. La liwa Shuhada Badr è attivamente impegnata nella lotta contro la locale popolazione di origine curda, ed è nota per l’uso dei famigerati “cannoni inferno”, armi che lanciano grosse bombole di gas caricate di TNT, utilizzate contro i quartieri filo-Baath di Aleppo”. Una coalizione di attivisti siriani per i diritti civili di Aleppo aveva definito Hayani un “macellaio” avendo bombardato i civili, incoraggiato i suoi uomini a violentare le donne e i prigionieri, per aver saccheggiato e distrutto le industrie, laboratori e negozi di Aleppo per venderne il materiale alle imprese turche.

La notizia del rapimento era stata data per prima dal quotidiano libanese Al-Akhbar, che raccontava come le due giovani fossero state attirate con l’inganno nella ”casa del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo” con il giornalista de Il Foglio Daniele Ranieri, che era riuscito a scappare.  Una ricostruzione, però, quella del rapimento e della fuga solitaria del giornalista che da anni intrattiene rapporti con l’opposizione armata in Siria, che non ha mai convinto fino in fondo.

Secondo altre versioni, le due ragazze erano ospiti del capo del Consiglio Rivoluzionario, in un villaggio controllato dall’Esercito Libero di Siria, l’alleanza di cui fa parte proprio Liwa Shuhada, fazione islamista con cui le due erano in contatto. Nella zona da tempo è presente anche Jabat Al Nusra, che ha rivendicato, dopo mesi di silenzio, il rapimento delle due ragazze. Potrebbe essere stato il gruppo Liwa Shuhada a cedere Ramelli e Marzullo al braccio siriano di al Qaeda.

Il quotidiano italiano La Repubblica parla invece di una “gestione collettiva” del rapimento, che vedrebbe i miliziani dell’Esercito Siriano Libero (che l’Occidente considera “moderati”) ricoprire il ruolo di carcerieri delle due italiane. E proprio la vicinanza tra alcune fazioni dell’ELS  (come Liwa Shuhada) e al Nusra avrebbe reso possibile questo tipo di rapimento, rendendo particolarmente complicato il percorso per la liberazione di Ramelli e Marzullo.

I sequestri di persona sono un terreno di alleanza tra i jihadisti in Siria. Spesso, ricorda Maurizio Molinari su La Stampa, è Isis a gestire i sequestri con maggiori risvolti politici o di propaganda, mentre ad altri gruppi jihadisti, come al Nusra, spetta il compito di condurre trattative di ostaggi tese a ottenere riscatti necessari ad alimentare le casse dell’organizzazione. Fra gli stranieri più ambiti vi sono quelli di Paesi noti per pagare i riscatti, come l’Italia e la Francia. Da Parigi i gruppi jihadisti hanno ottenuto  in questi anni una cifra stimata attorno ai 18 milioni di dollari. 

Secondo una fonte dei servizi di informazione e sicurezza, la trattativa per liberare le due ragazze italiane è “in una fase delicatissima”. Il video è ritenuto autentico dagli 007 italiani, anche se c’è qualche dubbio sulla data (il 17  dicembre), indicata sul foglio tenuto in mano da una delle ragazze.

Molti media arabi, come l’emittente Al Arabiya, hanno espresso dubbi riguardo agli autori del video in cui sono apparse Vanessa e Greta. Secondo la tv saudita il filmato, definito “ambiguo”, sarebbe stato postato su YouTube dal nockname “Islamic Sham”, e non da un nome che possa condurre ai qaedisti del Fronte Jabat al Nusra, ritenuti i possibili sequestratori.

 

 

«Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo», dice in inglese con un forte accento italiano e tenendo gli occhi bassi, la prima delle ragazze. «Supplichiamo il nostro governo e i suoi mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in estremo pericolo e potremmo essere uccise», prosegue con tono provato. «Il governo e i suoi mediatori sono responsabili delle  nostre vite», conclude senza mai guardare la telecamera mentre l’altra giovane italiana la fissa per pochi secondi.

Il link al video pubblicato su YouTube è stato postato da un giornalista arabo, Zaid Benjamin, su twitter (@ziadbenjamin) con l’hashtag #Syria A Video shows 2 Italian hostages believed they were aid workers held by Jabhat Al-Nusra http://youtu.be/ma6RoszaMPE (`un video mostra due ostaggi italiane, probabilmente volontarie, tenute da Jabhat al-Nusra/).

 

 

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