Abu Muhammad al-Jolani, il cui vero nome sarebbe Ahmad Hussein al-Shara, è una figura centrale nella galassia jihadista siriana. È noto per essere il leader di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), un’organizzazione jihadista emersa come una delle principali forze ribelli durante la guerra civile siriana. La sua traiettoria politica e militare riflette l’evoluzione strategica del jihadismo in Siria, dalla sua affiliazione con al-Qaeda fino alla sua posizione attuale come capo di una milizia che cerca di mantenere un equilibrio tra ideologia islamista e obiettivi politici locali.
Origini e ascesa
Abu Muhammad al-Jolani è nato presumibilmente nel 1984 a Daraa, nel sud della Siria. Si sa poco dei suoi primi anni di vita, ma si ritiene che abbia studiato medicina prima di unirsi alla resistenza jihadista. Nel 2003, si sarebbe recato in Iraq, dove avrebbe combattuto contro le forze americane sotto il comando di Abu Musab al-Zarqawi, leader di al-Qaeda in Iraq (AQI). La sua esperienza in Iraq gli ha permesso di scalare rapidamente i ranghi dell’organizzazione, diventando una figura di spicco tra i jihadisti.
Nel 2011, con l’esplosione della guerra civile siriana, al-Jolani è tornato in Siria, dove è stato incaricato da Abu Bakr al-Baghdadi, futuro leader dello Stato Islamico, di fondare una cellula locale per espandere le operazioni jihadiste. Questo gruppo è diventato noto come Jabhat al-Nusra, il Fronte per la Vittoria, con l’obiettivo dichiarato di rovesciare il regime di Bashar al-Assad e instaurare uno stato islamico.
Evoluzione di Jabhat al-Nusra
Jabhat al-Nusra ha guadagnato rapidamente notorietà grazie alla sua efficienza militare e all’uso strategico della propaganda. Tuttavia, il rapporto tra al-Jolani e al-Baghdadi si è deteriorato nel 2013, quando lo Stato Islamico dell’Iraq ha annunciato la fusione con Jabhat al-Nusra per formare lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS). Al-Jolani ha rifiutato questa unione, giurando fedeltà ad Ayman al-Zawahiri, leader di al-Qaeda.
Questa separazione ha segnato una frattura tra ISIS e al-Qaeda, con Jabhat al-Nusra che si è posizionata come alternativa ideologica e militare all’ISIS. Tuttavia, nel 2016, al-Jolani ha dichiarato la separazione ufficiale del suo gruppo da al-Qaeda, ribattezzandolo Jabhat Fatah al-Sham, in un apparente tentativo di migliorare l’immagine internazionale dell’organizzazione.
La nascita di Hayat Tahrir al-Sham
Nel gennaio 2017, Jabhat Fatah al-Sham si è fusa con altre fazioni ribelli per formare Hayat Tahrir al-Sham (HTS). Questo nuovo gruppo ha cercato di distanziarsi dal marchio al-Qaeda, presentandosi come una forza ribelle locale piuttosto che un’organizzazione terroristica transnazionale. Al-Jolani è rimasto il leader indiscusso, mantenendo una strategia flessibile per preservare il controllo territoriale nella provincia di Idlib, ultima roccaforte delle forze ribelli in Siria.
HTS ha adottato un approccio pragmatico, collaborando occasionalmente con gruppi ribelli moderati, cercando il sostegno delle comunità locali e mostrando una disponibilità a negoziare con potenze regionali come la Turchia. Tuttavia, rimane una delle organizzazioni più potenti e controverse nella guerra civile siriana, accusata di violazioni dei diritti umani, repressione delle minoranze e connessioni con il terrorismo internazionale.
Strategia e leadership
Al-Jolani si distingue per il suo pragmatismo strategico. A differenza di altri leader jihadisti, ha cercato di adattare la retorica e le azioni del suo gruppo per attrarre un sostegno più ampio. Questo ha incluso cambiamenti ideologici significativi, come l’abbandono delle pretese globali del jihad per concentrarsi su obiettivi locali.
Tuttavia, la sua leadership è stata spesso caratterizzata da controversie interne e conflitti con altri gruppi ribelli. Al-Jolani è stato accusato di monopolizzare il potere nella regione di Idlib, eliminando oppositori politici e rivali militari, inclusi ex alleati jihadisti.
Impatto e critiche
HTS e il suo leader sono oggetto di sanzioni da parte delle Nazioni Unite e di diversi paesi occidentali, che continuano a classificarli come organizzazione terroristica. Nonostante i tentativi di presentarsi come una forza politica legittima, HTS rimane ampiamente isolata a livello internazionale. Inoltre, la presenza di HTS nella provincia di Idlib complica le negoziazioni per una soluzione pacifica al conflitto siriano.
Critiche sono state mosse anche alla capacità di al-Jolani di garantire stabilità a lungo termine nei territori sotto il suo controllo. Sebbene abbia introdotto un’amministrazione civile tramite il Governo di Salvezza Siriano, questa entità è percepita da molti come uno strumento di controllo piuttosto che un passo verso una governance inclusiva.
Abu Muhammad al-Jolani rappresenta, in definitiva, un esempio emblematico della capacità dei leader jihadisti di adattarsi a contesti mutevoli per sopravvivere e prosperare. La sua trasformazione da comandante di al-Qaeda a leader di HTS riflette non solo la sua abilità strategica, ma anche le sfide che le potenze internazionali e regionali devono affrontare nel trovare soluzioni alla complessa realtà del conflitto siriano. Al-Jolani rimane una figura controversa e polarizzante, il cui futuro sarà probabilmente determinato dall’evoluzione della guerra civile siriana e dalla capacità di HTS di mantenere la propria influenza nel nord-ovest della Siria.