EDITORIALE/ Cina: il destino tecnologico del mondo?


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(Raimondo Schiavone) – La Cina sta diventando il cuore pulsante della scienza e della tecnologia globali. Ogni anno, il Paese sforna più laureati STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) di Stati Uniti, India, Russia e Giappone messi insieme. Questo fenomeno non è casuale, ma il risultato di una strategia pianificata che ha profonde implicazioni sul piano geopolitico, economico e culturale.

Il sistema educativo cinese è strutturato in modo da incentivare lo studio delle materie STEM già a partire dalla scuola primaria. L’insegnamento della matematica, in particolare, è ritenuto fondamentale e segue un modello rigoroso, basato sulla memorizzazione, sulla ripetizione e su esercizi pratici intensivi. Gli studenti cinesi ottengono costantemente punteggi elevati nei test internazionali come il PISA (Programme for International Student Assessment), soprattutto nelle discipline scientifiche e matematiche, superando di gran lunga i loro coetanei occidentali.

Un elemento chiave della strategia cinese è l’integrazione delle tecnologie digitali nell’istruzione. Il governo ha investito massicciamente nello sviluppo di piattaforme di apprendimento online, che permettono agli studenti di accedere a corsi avanzati di matematica, fisica, informatica e intelligenza artificiale fin dall’adolescenza. Inoltre, programmi nazionali come il “Made in China 2025” e il “China STEM Education Blue Book” promuovono la formazione tecnica per rispondere alla crescente domanda di professionisti specializzati nei settori ad alta tecnologia.

La stretta collaborazione tra università, istituti di ricerca e aziende tecnologiche è un altro pilastro fondamentale. I programmi accademici sono spesso progettati in sinergia con le esigenze del mercato del lavoro, garantendo agli studenti competenze immediatamente applicabili nell’industria. Aziende leader come Huawei, Alibaba e Tencent sponsorizzano corsi universitari, laboratori di ricerca e competizioni di coding per attrarre e formare i migliori talenti STEM.

Il successo di questo modello ha implicazioni geopolitiche enormi. Per secoli, il primato della conoscenza e della tecnologia è stato detenuto dall’Occidente, ma la Cina sta riscrivendo le regole del gioco. Secondo dati recenti, le università cinesi pubblicano ormai più articoli scientifici di quelle americane e hanno superato gli Stati Uniti anche nel numero di brevetti depositati. La capacità di controllare settori strategici come l’intelligenza artificiale, i semiconduttori, le telecomunicazioni e la biotecnologia determina il peso specifico di una nazione negli equilibri globali. Gli Stati Uniti vedono questa crescita con grande preoccupazione: le restrizioni imposte alla vendita di chip avanzati alla Cina da parte di aziende americane come Nvidia e Intel sono un tentativo di contenere l’ascesa tecnologica di Pechino. Ma la Cina risponde con investimenti miliardari per sviluppare una filiera tecnologica indipendente, accelerando così la sua autonomia e riducendo la dipendenza dall’Occidente.

Sul piano economico, la Cina non è più solo un gigante della produzione, ma sta diventando il motore dell’innovazione globale. Basti pensare al caso di Huawei, che nonostante le sanzioni occidentali ha sviluppato un intero ecosistema di tecnologie 5G e dispositivi avanzati. Oppure a TikTok, il primo social network non occidentale a conquistare il mondo, sfidando il dominio delle piattaforme americane. L’economia della conoscenza sta quindi prendendo il sopravvento in Cina, con settori come l’intelligenza artificiale, le biotecnologie, i veicoli elettrici e l’energia rinnovabile che guidano la crescita. Il governo cinese ha dichiarato che, entro il 2035, punta a diventare il leader globale nell’innovazione scientifica e tecnologica, superando definitivamente gli Stati Uniti.

L’Occidente fatica a tenere il passo: mentre in Europa e negli Stati Uniti si registra una crisi delle iscrizioni universitarie nelle discipline STEM, la Cina continua a produrre milioni di laureati altamente qualificati. Le università cinesi stanno attirando un numero crescente di studenti internazionali, e programmi come la “Belt and Road Initiative” non finanziano solo infrastrutture, ma anche centri di ricerca e formazione nei Paesi partner.

Anche sul fronte culturale, la Cina sta imponendo nuovi standard. Se una volta l’Occidente esportava la sua cultura attraverso Hollywood e i social media, oggi piattaforme cinesi come TikTok influenzano le giovani generazioni di tutto il mondo. Il rischio, per l’Occidente, è di trovarsi progressivamente marginalizzato in un mondo dove il linguaggio della tecnologia e dell’innovazione è sempre più scritto in caratteri cinesi.

Che piaccia o no, la Cina sta diventando il centro della rivoluzione tecnologica globale. La sua avanzata nelle scienze sta riscrivendo gli equilibri di potere, modificando le economie e ridisegnando il panorama culturale mondiale. Il mondo sta entrando in una nuova era, in cui il sapere sarà sempre più cinese. La grande domanda è: il resto del mondo sarà pronto ad accettarlo o cercherà di resistere?

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