Lula, il Mercosur e Cristina. Il Brasile al centro della scena


0 Condivisioni
Condividi su

(Federica Cannas) – Il vertice del Mercosur, aperto il 2 luglio a Buenos Aires, sta raccontando una storia dalla trama tutt’altro che scontata. Non c’è solo l’agenda economica sul tavolo. C’è un intreccio che unisce diplomazia, identità politica, ricordi personali e tensioni regionali. Al centro, Luiz Inácio Lula da Silva, presidente del Brasile, che in queste ore sta trasformando un appuntamento istituzionale in un gesto carico di significato.

I lavori del vertice si svolgono nella capitale argentina e si concluderanno con l’adozione di documenti ufficiali e bilaterali chiave. Tra questi, il più rilevante è l’annuncio dell’accordo commerciale tra Mercosur e l’EFTA, l’area di libero scambio che comprende Norvegia, Svizzera, Islanda e Liechtenstein, che rappresenta un passo concreto verso l’apertura globale del blocco sudamericano.

L’accordo era in discussione da anni e ora trova finalmente una formalizzazione politica, in attesa delle ratifiche nazionali. Non è un accordo epocale come quello, mai ratificato, con l’Unione Europea, ma segna comunque la direzione. Integrazione, rilancio commerciale, proiezione internazionale. E non è un caso che a portare avanti questa agenda sia proprio il Brasile.
Lula ha assunto ufficialmente la presidenza pro tempore del Mercosur, una carica semestrale che in questo momento strategico gli consente di guidare il blocco in una fase di transizione e di rilancio. La sua presenza a Buenos Aires non è passata inosservata. Se da un lato ha ribadito l’impegno brasiliano per un Mercosur più moderno, snello e capace di accordi multilaterali, dall’altro ha scelto di segnare una linea politica ben precisa, che va oltre le carte e i protocolli.

Lula visiterà Cristina Kirchner, l’ex presidente argentina attualmente agli arresti domiciliari a Buenos Aires dopo la condanna definitiva nel cosiddetto “caso Vialidad”. La richiesta di visita è stata avanzata ufficialmente nei giorni scorsi e autorizzata il 2 luglio dal giudice a cui è affidata la custodia dell’ex vicepresidente. Non è un incontro politico, sulla carta. È un gesto personale, di cortesia, come è stato definito. Ma nella forma privata si cela una sostanza politica profonda.

Lula non ha mai nascosto il suo legame con Cristina Kirchner, né la sua convinzione che molti dei procedimenti giudiziari contro le leadership progressiste dell’America Latina siano stati strumenti di lawfare. Attacchi giudiziari con fini politici. Lui stesso ne è stato vittima, incarcerato per 580 giorni prima che le accuse contro di lui venissero annullate. Visitare Cristina oggi, da presidente in carica, significa anche restituire simbolicamente dignità a una compagna politica che lui ritiene ingiustamente colpita.

In tutto questo, è significativa l’assenza di un incontro bilaterale tra Lula e Javier Milei. Il presidente argentino, che ospita il vertice, ha tenuto un profilo defilato. Nessun faccia a faccia, nessun colloquio ufficiale. Una distanza politica, certo, le idee dei due leader non potrebbero essere più lontane, ma anche diplomatica. Lula ha scelto di non legittimare il nuovo corso argentino, e di far sentire il peso del suo ruolo in modo diverso.

La visita a Cristina è, in questo contesto, una dichiarazione potente. È la scelta di un campo. È il rifiuto del silenzio.
In apparenza, il vertice del Mercosur ha un andamento sobrio. Ma tra le righe si è consumato qualcosa di più interessante. La riaffermazione di un’identità politica collettiva, che continua a esistere. Lula si sta muovendo come leader regionale, come statista, ma anche come uomo che non dimentica le battaglie condivise. Ha portato il Brasile al centro della scena e sta dimostrando che il Mercosur non è solo un blocco commerciale, ma uno spazio in cui si gioca la memoria, la solidarietà e la visione del continente.

Mentre i delegati concludono le sessioni ufficiali, il gesto che resterà impresso nella memoria pubblica non sarà solo la firma dell’accordo con l’EFTA, ma la porta che Lula varcherà oggi per incontrare Cristina. Quella visita racconta molto più del summit. Racconta una storia politica e personale, in cui le battaglie del passato continuano a risuonare nel presente.
Lula ha deciso di fare qualcosa che non si può riassumere in un post. Fermare il tempo, guardare negli occhi una compagna di lotte e dirle che non è sola.


Condividi su
0 Condivisioni