(Redazione) – Sono oltre 1.600 i morti in Iraq nel mese di luglio. L’ondata di violenza che sta colpendo il Paese è sempre più aspra. Secondo fonti governative irachene (ministeri della Salute, degli Interni e della Difesa) nello scorso mese sono stati uccisi 1.401 civili, 83 agenti di polizia e 185 soldati.
Il numero delle vittime è leggermente inferiore a quello del mese di giugno, quando i militanti dello Stato Islamico hanno iniziato la loro offensiva in Iraq. Secondo le Nazioni Unite, il numero di vittime nel solo mese di luglio è persino maggiore, contandone 1.737.
Intanto, la giornalista Z.N., contattata dall’agenzia di stampa Adnkronos, ha lanciato un drammatico appello: “Vivo in Iraq da quando sono nata, ma ora ho difficoltà a vivere in questo Paese a causa delle minacce di morte che stiamo subendo io e la mia famiglia per motivi religiosi e settari”.
A Baghdad, spiega Z.N., il conflitto tra sunniti e sciiti ha reso il clima sempre più pericoloso: “Una settimana fa – racconta – mio marito ha ricevuto una telefonata: o prendi i tuoi figli e te ne vai, ma senza tua moglie, o morirai. La ragione di questa minaccia – spiega – è che io sono sciita e lui sunnita, anche se tutti e due abbiamo idee liberali e siamo contrari alle divisioni settarie”.
La giornalista racconta, riporta l’agenzia di stampa italiana, che lei e suo marito si sentono in trappola: “non possiamo sporgere denuncia alla polizia locale poiché i membri stessi della polizia nelle aree sciite fanno parte della cosiddetta ‘Asaib Ahl al-Haq’, ovvero la ‘Lega dei Giusti’, che e’ una milizia sciita paramilitare accusata di compiere attacchi indiscriminati contro i sunniti soprattutto nei pressi di Baghdad sia in quartieri a maggioranza sciita che con popolazione mista”.
Secondo un rapporto di Amnesty International le violenze delle milizie paramilitari sciite sono aumentate dopo che estremisti sunniti dello Islamico (Isil) hanno conquistato una buona parte dell’ovest del Iraq.
Nei giorni scorsi una milizia sciita, fedele al governo di Baghdad, ha giustiziato’ 15 sunniti che erano stati catturati nella provincia di Diyala, a nord di Baghdad. Secondo quanto ha riferito la polizia irachena, i miliziani sciiti hanno ucciso con dei colpi alla nuca i prigionieri ed esposto i loro cadaveri nella piazza principale di un villaggio della provincia di Diyala: un monito alla popolazione locale perché’ non sostenga lo Stato islamico che controlla buona parte della regione.