(Talal Khrais, Beirut) – Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha reso pubblica una dichiarazione in cui condanna i recenti attacchi eseguiti dall’organizzazione estremista ISIS, sottolineando la necessità di sconfiggerla. Seconda la dichiarazione, nei giorni passati, a Baghdad e nelle provincie circostanti, l’ISIS ha condotto una serie di attacchi, provocando decine morti tra la popolazione civile.
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha condannato questi fatti esprimendo indignazione per le azioni commesse da questi terroristi,come l’omicidio, il rapimento, lo stupro, la tortura di cittadini di vari paesi, tra cui l’Iraq, e il reclutamento e l’impiego di “soldati bambini”.
L’Onu ha sottolineato ancora una volta la necessità di sconfiggere l’ISIS e di eliminare le idee da questa sostenute come l’intolleranza, la violenza e l’odio.
Senza mai nominarli, il Consiglio di Sicurezza ha chiesto ai Paesi che sostengono il terrorismo e lo finanziano di astenersi perché saranno considerati complici. Il riferimento alla Turchia è però evidente.
Tutt’ora Ankara impone condizioni inaccettabili per partecipare alla guerra contro lo Stato dell’Iraq e del Levante, a partire da una no fly zone dove possono essere addestrati i miliziani jihadisti che, secondo Erdogan, dovranno abbattere il Presidente siriano Bashar al Assad.
Finora la Turchia ha assistito indifferente al massacro dei curdi e non ha mai pronunciato nemmeno una frase contro il Movimento terrorista ISIS. Quasi tutti i Paesi del mondo hanno preso le distanze da Erdoğan che ha trasformato il suo paese in una retrovia del terrorismo. Messa con le spalle al muro, la Turchia è stata costretta ad aprire le frontiere ai peshmerga curdi che intendono raggiungere Kobane, la città siriana al confine assediata dai miliziani dell’Isis ormai da più di un mese.
Il paese del presidente Erdoğan è stato costretto a cedere alle pressanti richieste della popolazione del Kurdistan e di gran parte della comunità internazionale.
La Turchia oggi è sempre più isolata. Non è un caso che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite abbia preferito la Spagna come nuovo membro non permanente per due anni del Consiglio di Sicurezza a partire dal primo gennaio 2015.
Il voto è una sconfitta per Erdoğan che aveva puntato sulla nomina nell’organo esecutivo del Palazzo di vetro.