(Alberto Samonà) – La bandiera nera dell’Isis immortalata in un campo in Sicilia e la foto è stata pubblicata su Facebook.
Il pool antiterrorismo della procura di Palermo starebbe indagando su una decina di giovani, simpatizzanti del Califfato del terrore, che avrebbero postato sui propri profili del social network immagini di uomini armati sotto i vessilli dell’Isis. Alcune fotografie sarebbero scaricate dal web e presenterebbero uno scenario desertico, tipico dell’area mediorientale, ma in altre la bandiera nera sventolerebbe con sullo sfondo macchia mediterranea.
Le indagini puntano ad accertare se le foto siano state scattate proprio in Sicilia, come farebbe pensare la vegetazione circostante. E non appare un caso che il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci, due giorni fa abbia partecipato al vertice antiterrorismo che si è tenuto a Roma. Al rientro a Palermo, una riunione con i sostitutiGery Ferrara, Emanuele Ravaglioli e Sergio Barbiera, incaricati di scoprire eventuali cellule terroristiche operanti a casa nostra.
Gli investigatori della Digos tengono sotto osservazione questo gruppetto di islamisti, per lo più siriani, libici e tunisini. Alcuni, poi, avrebbero scambiato commenti su Facebook, da cui emergono posizioni chiaramente vicine a quelle della rete del terrore con base fra l’Iraq e la Siria. Si tratta, in alcuni casi, di persone che vivono stabilmente in Sicilia, mentre in altri, sarebbero giovani venuti nell’isola occasionalmente. Si vuole capire se i giovani intercettati siano in collegamento stabile con l’esercito dell’Isis.
Del resto, il fatto che la Sicilia non sia nuova a terroristi e simpatizzanti del fondamentalismo è noto da tempo. Nell’aprile del 2013, i carabinieri del Ros, avevano fatto scattare l’operazione denominata “Masrah”, scoprendo un campo di addestramento fondamentalista alle falde dell’Etna, utilizzato dagli estremisti per provare armi ed esplosivi nel nome della Jihad.
In quell’occasione era scattato un blitz in tutta Europa, che aveva portato in cella il capo della cellulaHosni Hachemi Ben Hassen, ex imam della moschea di Andria, fermato a Bruxelles. A Scordia, in provincia di Catania, erano stati arrestati Mohsen Hammami 48 anni e Nour Ifaoui 34 anni, mentre il trentaduenne Romdhane Ben Chedli Khaireddine era stato preso in Lombardia.
Le indagini avevano consentito di appurare che gli estremisti che si addestravano sull’Etna fossero rientrati in Sicilia dopo essere stati addestrati in Iran e Afghanistan e si sarebbero autofinanziati con i proventi raccolti grazie a una moschea e a un call-center.
Che il gruppetto facesse sul serio, era stato dimostrato dal fatto che in un sms intercettato, uno degli indagati, rivolgendosi a un complice, avesse scritto la frase “Nel nome di Dio sono pronto”.
Due anni e mezzo fa, invece, nel corso di un blitz erano state effettuate perquisizioni in tutta Italia, inclusa Palermo.