Sgozzati, decapitati, stuprati, crocifissi, perseguitati, cacciati dalle loro case e privati delle loro chiese. I cristiani presenti in Medio Oriente rischiano lo sterminio nell’indifferenza assoluta. Prima la Siria, poi l’Iraq, adesso la Libia. Non passa giorno senza che vi sia il martirio di un cristiano. Da quattro anni, dall’inizio del conflitto in Siria, il Centro Italo Arabo Assadakah ha denunciato questa condizione. Non c’è solo l’ISIS a compiere azioni atroci contro uomini, donne e bambini cristiani. La menzogna non tiene conto della realtà, dei crimini commessi anche dai cosiddetti ribelli moderati che si sono sporcati le mani con il sangue dei cristiani.
Ci sono le prove che i governi e i media occidentali non hanno voluto vedere.
Non c’è solo l’ISIS ma tanti gruppi armati che hanno trasformato questa sporca guerra in una pulizia etnica contro una delle più antiche componenti della società siriana. Non c’è solo Raqqa e il presunto Califfato a commettere atroci crimini contro l’umanità. I quartieri cristiani, con la loro popolazione, sono presi di mira da anni da milizie di varia natura: al Nusra, Fronte Islamico, Esercito Libero Siriano. Sigle di varia natura che hanno sempre la stessa matrice: il radicalismo islamico. Una componente ben viva anche in quella opposizione armata che l’Occidente riteneva laica e immune da infiltrazioni di questo tipo.
Oggi sappiamo che il fondamentalismo era la colonna vertebrale della rivoluzione siriana.
Il grido d’allarme dei cristiani è rimasto inascoltato. Ogni giorno ad Aleppo, i fedeli subiscono la mortificazione di un assedio che li priva di acqua e di cibo. Così accade in altre città della Siria e dell’Iraq. I governi occidentali sono complici di questo massacro. Spesso si siedono al tavolo, come è accaduto di recente con Obama che ha incontrato l’Emiro del Qatar, con i finanziatori degli aguzzini, in una logica perversa che rende “veri” amici e “presunti” nemici complici di uno stesso disegno criminale.
È di queste ore il rapimento di decine di cristiani per mano dei miliziani dello Stato islamico nel nord est della Siria. I loro villaggi sono stati saccheggiati, svuotati e le chiese date alle fiamme. In centinaia si sono dati alla fuga. La loro sorte è in forte pericolo. Serve una grande operazione militare e umanitaria per proteggerli e salvarli. Un’operazione militare che estirpi il grande male, radicato in un terrorismo diffuso che non può essere ridotto all’ISIS e alla sua propaganda, spesso soltanto mediatica.
Il Centro Italo Arabo Assadakah chiede al Parlamento e al Governo italiano di riattivare immediatamente le relazioni diplomatiche con la Siria, riaprire l’ambasciata italiana a Damasco e quella siriana a Roma e valutare con le autorità siriane un’azione congiunta contro le forze del male, a tutela dei cristiani e di tutte le minoranze etnico e religiose prese di mira dai terroristi e dai fondamentalisti islamici.