«Cari fedeli armeni, oggi ricordiamo con cuore trafitto dal dolore, ma colmo della speranza nel Signore Risorto, il centenario di quel tragico evento, di quell’immane e folle sterminio, che i vostri antenati hanno crudelmente patito». Lo ha detto papa Francesco all’inizio della messa a 100 anni dal «martirio» armeno.
«Ricordarli è necessario, anzi, doveroso – ha aggiunto -, perché laddove non sussiste la memoria significa che il male tiene ancora aperta la ferita; nascondere o negare il male è come lasciare che una ferita continui a sanguinare senza medicarla!».
«Con la ferma certezza che il male non proviene mai da Dio, infinitamente Buono, e radicati nella fede, – ha continuato Francesco – professiamo che la crudeltà non può mai essere attribuita all’opera di Dio e, per di più, non deve assolutamente trovare nel suo Santo Nome alcuna giustificazione».