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(Federica Cannas) – Nel grande spettacolo della politica internazionale, Donald Trump e Volodymyr Zelensky recitano il loro copione con una teatralità ormai consolidata, mentre Vladimir Putin, con un pragmatismo quasi impassibile, osserva e lascia che gli altri si affannino.
E l’Europa? È in sala, senza copione e senza battute. Spettatrice non pagante di una partita in cui non è nemmeno stata consultata.
L’ultimo colpo di scena lo ha servito Trump. La guerra in Ucraina è colpa di Zelensky, reo di non aver saputo negoziare con maggiore abilità. In sintesi, secondo il presidente americano, se fosse stato lui alla Casa Bianca, Putin non avrebbe mai osato invadere l’Ucraina. Una certezza granitica, degna di chi vede se stesso come l’unico vero regista della storia.
Dall’altra parte, Zelensky non è certo meno teatrale. La sua risposta è stata immediata. Trump è ormai vittima della disinformazione russa, un’accusa che sembra il classico ritornello di chi vede fantasmi ovunque. Ma per il leader ucraino il problema non è solo il passato, ma il futuro. Se gli Stati Uniti smettessero di considerare la Russia come il “nemico globale” e iniziassero a trattarla come un attore con cui negoziare, per lui sarebbe un disastro. Il sostegno dell’Occidente deve restare compatto e incondizionato.
Nel frattempo, arriva il vero colpo di scena. Trump annuncia un incontro con Putin entro la fine di febbraio. Un vertice sulla guerra, ma senza l’Ucraina.
E l’Europa? Il Vecchio Continente osserva, consapevole che nessuno le ha chiesto un’opinione.
L’Unione Europea si trova a fare da comparsa, presa tra le bizzarre iniziative di Trump, le richieste incessanti di Zelensky e il silenzio strategico di Putin. L’idea che tutto possa essere risolto con una stretta di mano tra due leader è solo l’ennesima prova della marginalità politica europea.
E Putin? Lui sta fermo. Aspetta.
Non ha bisogno di proclami, di dichiarazioni roboanti o di strategie mediatiche. Lascia che siano gli altri a recitare, mentre lui costruisce la sua posizione con metodo, sapendo bene che il tempo lavora a suo favore.
Mentre gli altri si agitano, lui osserva e attende il momento giusto. Come andrà a finire? Forse nemmeno i protagonisti lo sanno davvero. Ma, vista la situazione, meglio riderci sopra.