Germania, il ritorno delle camicie brune


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(Pier Giorgio Danella) – Büdingen é una cittadina carina e romantica di circa 21.000 abitanti, a circa 50 chilometri a nord-erst di Francoforte. Sabato 30 gennaio questa cittadina ha visto marciare un’orda di circa 300 neo-nazi al motto “Ausländer raus”, fuori gli stranieri dalla Germania e contro la politica dei rifugiati della cancelliera Merkel. La scelta delle camicie brune di marciare il 30 gennaio non è una scelta causale. Lo stesso giorno del 1933, marciando a Berlino e attraversando la Porta di Brandeburgo con una fiaccolata, le camicie brune festeggiarono la “Machtergreifung”, l’entrata al potere di Hitler. A nulla sono valse le numerose proteste, di organizzazioni e associazioni e la presenza stessa a Büdingen di circa un migliaio di persone anti-naziste ad impedire la marcia, autorizzata poi dalle autoritá dell’Assia. Per fortuna almeno la fiaccolata, altamente simbolica visto che anche in questa cittadina si andava ad attraversare una porta, é stata proibita.

La nuova ondata di neo-nazismo nella Germania, ora unificata da 25 anni, non è assolutamente da sottovalutare e va fermata con ogni mezzo. Putroppo l’avanzata dell’estrema destra in tutta Europa é il risultato della politica fallimentare dei paesi europei a cui noi abbiamo assistito negli ultimi anni. Una politica clientelare e deficitaria in tutti i settori dal sociale, alla difesa, all’economica e per finire la ridicola politica sui rifugiati. Non dimentichiamo come l’Italia sia stata lasciata per anni completamente sola ad affrontare tale problema, insomma una vera vergogna europea. Un’Europa governata da molti incompetenti prestati alla politica e con un’organizzazione burocratica senza limiti, con un unico fine, il mantenimento dei propri privilegi.

Forse molti non saranno d’accordo, ma paradossalmente, per quanto criticata, è solo grazie alle politiche monetarie della Banca Centrale Europea se ancora oggi l’Europa puó festeggiare la sua misera esistenza. Le disastrose politiche europeiste rappresentano purtroppo il terreno fertile dell’estrema destra, qui essa semina con le marce,  coltiva il consenso nelle piccole cittadine, e ne raccoglie i frutti, i voti, come appunto a Büdingen stessa, dove nelle ultime elezioni comunali il partito di estrema destra l’NPD ha raggiunto l’8%. L’insofferenza sociale in molti paesi europei ha spostato e sta spostando il pensiero verso un’ideologia di estrema destra e di “chiusura”, come in Francia, Polonia, Ungheria, Olanda, Italia e Germania ed ultimamente anche in alcuni paesi nordici, in passato molto piú aperti a politiche sociali e di integrazione.

L’aumento vertiginoso delle marce neo-naziste, e non solo in Germania, é uno sviluppo sociale pericoloso a cui noi siamo obbligati a rispondere con decisione, sicuramente abbiamo il dovere di non rimanere in silenzio. Solo nella regione dell’Assia in pochi mesi contiamo 3 marce e diversi eventi di indrottinamento neo-nazista. Nel giugno del 2015, circa un centinaio di neo-nazi riuscivano a sfilare in alcune vie di Francoforte, scortati da un migliaio di poliziotti in assetto anti-sommossa, dall’altra parte delle barricate circa 2000 anti-nazi, dove si mischiavano diverse associazioni, organizzazioni vicine alle chiese cattolica ed evangelica, rappresentanti delle organizzazioni sindacali, semplici cittadini e circa 250 simpatizzanti dell’area autonoma.

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Nei mesi scorsi le nuove camice brune hanno continuato a cavalcare l’onda razzista contro i rifugiati e la politica della cancelliera Merkel di “totale apertura”. L’ultimo dicembre, e precisamente appena 2 giorni dopo gli attentati di Parigi, a Wetzlar sempre a pochi chilometri a nord di Francoforte, circa 200 nazisti con le fiaccole accese, scandendo slogan contro la Merkel e “Noi siamo il popolo” e “Oggi Parigi domani Berlino”, marciavano nelle vie della cittadina. A Wetzlar il primo a prendere la parola era stato Viktor Seibel, un russo-tedesco e una delle figure piú prominenti di PEGIDA nella cittá di Kassel. Andrá chiaramente ad attaccare la politica tedesca di assistenza sui rifugiati e l’islamizzazione europea.

Le nuove camicie brune, per fortuna, non sono ancora una massa completamente omogenea, tuttavia molti di questi attivisti fanno da supporto a partiti di chiare tendenze estreme o ne sono addiritura membri, come per l’AFD (Alternative für Deutschland) e soprattutto per il partito NPD (Nationaldemokratisch Partei Deutschland), questo sfacciatamente filo-nazista. Seppur divisi strutturalmente, i gruppi neo-nazisti tedeschi si differenziano nel nome, ma non nel fine, nazionalisti, nazionalisti di destra, populisti, anti-europeisti, anti-islam/anti-mussulmani, tra quest’ultimi troviamo l’organizzazione dichiaramente anti-islam PEGIDA (Patriotische Europäer gegen Islamisierung des Abendland) che da circa un anno cresce nella Germania dell’est e cerca continuamente uno sbocco anche nella vecchia Germania dell’ovest.

Le camicie brune nel complesso mancano di una struttura centrale e questo potrebbe essere visto positivamente. Tutto ciò, però, presenta anche un lato negativo, visto che queste spesso cercano di camuffarsi nei modi ingannevoli, sotto nuove identitá e nomi. Il mimetizzarsi con nuove identitá politiche, come ultimamente il movimento “Resistenza Est-Ovest”, aiuta ulteriormente questi gruppi di estrema destra a meglio penetrare il tessuto cittadino e la popolazione in generale, soprattutto al di fuori delle grandi cittá. Cambiando nome, argomenti e strategie alla stregua di un camaleonte. La campagna politica e di indottrinamento neo-nazista viene forse strategicamente concentrata al di fuori delle grandi aree metropolitane, raggiungendo qui la presenza di stranieri punte del 35% diventa piú difficile far attecchire l’ideologia ariana.

Per poter stoppare l’avvento del nuovo nazismo, è auspicabile che l’Europa trovi una forte unità, non solo nelle parole, agendo massicciamente con politiche sociali convincenti ed effettive. “La storia si ripete due volte, la prima con una tragedia, la seconda con una farsa”, la speranza è che l’Europa  almeno questa volta sia in grado di risparmiarci la farsa.

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