Hamas e la riorganizzazione del conflitto: tattiche, leadership e dinamiche sul campo


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Con l’intensificarsi del conflitto a Gaza, Hamas si trova a fronteggiare sfide esistenziali che ne stanno trasformando la struttura operativa e la strategia militare. La decentralizzazione, il reclutamento accelerato e l’utilizzo dei tunnel come risorsa cruciale segnano un nuovo capitolo nella complessa dinamica di resistenza e guerra asimmetrica contro Israele.

A Gaza, l’Unità Shadow di Hamas ha abbandonato la consueta invisibilità, riemergendo con uniformi mimetiche scure e fasce verdi, un segno della resilienza del gruppo e della volontà di riaffermare la propria presenza sul campo. La loro recente gestione del trasferimento di ostaggi israeliani alla Croce Rossa non solo mostra la capacità organizzativa del movimento, ma rivela anche la sua strategia: utilizzare la questione degli ostaggi come leva diplomatica e psicologica.

La struttura originaria di Hamas, basata su brigate e battaglioni gerarchici, è stata ampiamente compromessa dalle offensive israeliane. Secondo fonti militari citate da Haaretz e dal The Washington Post, Hamas ha reagito decentralizzando le operazioni. I piccoli nuclei di combattenti, agili e autonomi, ora operano con tattiche “mordi e fuggi”, infliggendo danni mirati con esplosivi, razzi anticarro e ordigni improvvisati.

Tunnel e munizioni: una rete sotto terra
La rete di tunnel di Hamas rimane uno dei pilastri della sua strategia militare. Secondo stime dell’IDF (Israel Defense Forces), circa il 40% dei tunnel scavati sotto Gaza sarebbe ancora operativo. Questi passaggi sotterranei, progettati per bypassare le difese israeliane, consentono attacchi rapidi e ritirate strategiche. Video diffusi recentemente mostrano miliziani emergere dai tunnel, piazzare ordigni magnetici su mezzi corazzati e ritirarsi in pochi istanti.

Le munizioni, spesso percepite come una risorsa limitata, sembrano invece abbondare. The Times riporta che Hamas avrebbe accumulato scorte significative e che le sue capacità di riciclo, incluso l’utilizzo di bombe inesplose sganciate da caccia israeliani, rafforzano ulteriormente la sua autonomia logistica.

Leadership e reclutamento
La leadership di Hamas ha subito un’importante riorganizzazione dopo l’uccisione di figure chiave. Mohammed Sinwar (foto in basso), fratello di Yahya Sinwar, ha assunto il comando del braccio militare, consolidando il controllo su Gaza e utilizzando la gestione degli ostaggi come elemento di pressione. Originario di Khan Younis e descritto come un leader strategico e intransigente, Sinwar rappresenta una figura centrale nelle nuove dinamiche del conflitto.

Parallelamente, il reclutamento è stato intensificato. Secondo numerose fonti, Hamas sta offrendo incentivi economici e sociali alle famiglie per incoraggiare l’arruolamento. Questo processo sfrutta il desiderio di vendetta di chi ha subito perdite personali, alimentando un ciclo di violenza che rinforza la narrativa del movimento come forza di resistenza irriducibile.

Dimensioni geopolitiche 
Sul fronte internazionale, Hamas continua a beneficiare di alleanze e mediazioni condotte da figure di spicco come Khalil al-Hayya, che opera in esilio. Altri veterani del movimento, come Khaled Meshaal e Musa Abu Marzuk, mantengono contatti strategici nel mondo arabo, garantendo un flusso continuo di supporto politico e finanziario.

Secondo Reuters, il Qatar e altri attori regionali hanno intensificato gli sforzi per facilitare una de-escalation. Tuttavia, il controllo effettivo di Hamas sulla Striscia di Gaza e la retorica di sfida alimentano una narrativa che rende improbabile una risoluzione a breve termine.

Hamas si trova a un bivio: da un lato, la necessità di adattarsi rapidamente alle perdite e alle pressioni esterne; dall’altro, la determinazione a mantenere il controllo su Gaza e a sfruttare le dinamiche del conflitto per rafforzare la propria posizione politica e militare. Con il proseguire delle ostilità, l’analisi delle sue tattiche e della sua riorganizzazione sarà fondamentale per comprendere l’evoluzione di una guerra che continua a sfidare ogni previsione.


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