Il Sud Globale: nuovo motore della crescita economica mondiale


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di Raimondo Schiavone

In un mondo alle prese con un rallentamento economico diffuso, le economie del Sud globale stanno emergendo come il nuovo motore della crescita mondiale. Secondo un’analisi della Boston Consulting Group e dati delle Nazioni Unite, nei prossimi cinque anni circa il 70% dell’espansione del PIL globale — pari a circa 55 trilioni di dollari — sarà generato da paesi del cosiddetto Global South. Un valore che equivale all’intera economia mondiale di inizio anni Duemila.

Il Global South — che include Africa, America Latina, Medio Oriente, Sud-Est asiatico e buona parte dell’Asia — rappresentava nel 2023 il 42% del PIL globale, il 44% delle esportazioni mondiali e il 65% della popolazione del pianeta. Questa crescita è sostenuta da una combinazione di fattori: urbanizzazione rapida, boom demografico, investimenti infrastrutturali, innovazione tecnologica e un’espansione significativa della classe media.

Tuttavia, le economie emergenti non sono immuni da ostacoli. Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2025, stimando un aumento del PIL del 3,7% contro il 4,3% previsto per il 2024. Pesano le condizioni finanziarie globali più rigide, i costi crescenti dell’indebitamento e le tensioni geopolitiche, in particolare con le economie avanzate.

Tra i protagonisti di questa nuova fase c’è senza dubbio l’Africa, che si distingue per la sua demografia giovane e per il potenziale ancora inespresso. Il continente sta puntando su grandi investimenti in infrastrutture, tecnologia e transizione verde. Progetti come la Zona di libero scambio continentale africana (AfCFTA) stanno rafforzando l’integrazione economica e attirando l’interesse degli investitori internazionali.

L’ascesa del Sud del mondo non è solo economica, ma anche politica. Paesi come India, Brasile, Indonesia e Sudafrica chiedono con sempre maggiore insistenza una riforma della governance economica globale, a partire da istituzioni come FMI e Banca Mondiale. Il gruppo dei BRICS, recentemente allargato, è sempre più attivo nel proporre una visione multipolare, basata sulla cooperazione Sud-Sud.

Il quadro che emerge è quello di un sistema mondiale in profonda trasformazione. Il baricentro della crescita si sta spostando verso Sud, e con esso anche gli equilibri economici e geopolitici. Riconoscere e comprendere questa transizione è oggi essenziale per chiunque voglia interpretare le dinamiche del mondo contemporaneo e prepararvisi. L’era dell’unipolarismo economico è finita: il futuro parla molte lingue, ma sempre più con accento del Sud.


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