“Infedeli, la prossima volta vi ammazzo tutti!”. Riflessione di un sacerdote sul fondamentalismo


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(Salvatore Lazzara) – Fino al mese scorso in Italia sul fronte del terrorismo filava tutto liscio. Dopo gli attentati di Parigi, qualcosa è cambiato. I media hanno cominciato a parlare delle misure di sicurezza varate dal ministro dell’interno per contrastare la presenza pericolosa del fondamentalismo islamico in Italia. Oggi, si giunge alla consapevolezza che in Italia ci sarebbero 20 imam “estremisti”, e 108 moschee “radicali”. Dati allarmanti. Come si è potuto arrivare a tanto? Ci sono realtà, come quelle della Lombardia, che sembrano essere delle bombe ad orologeria, pronte ad esplodere al momento giusto.

L’intreccio tra immigrazione, accoglienza, tolleranza, rispetto delle culture, delle religioni e integrazione non ha funzionato. Perlomeno non ha funzionato il modello che l’Italia ha costruito in questi anni. Un modello che sta manifestando tutti i suoi limiti. Il problema va oltre l’accoglienza e la solidarietà: deve essere chiarito una volta per tutti quali siano i parametri valoriali di riferimento per quanti giungono in Italia e in Europa. Parametri ai quali i cittadini stranieri devono adeguarsi, per contribuire a costruire una società armonica fondata sul rispetto reciproco e non sulla sopraffazione.

Destano particolare preoccupazione alcuni episodi avvenuti nei giorni scorsi: al carcere Due Palazzi di Padova, struttura ad alta densità di immigrati (oltre l’80%), come del resto tutte le carceri italiane, si sono verificati degli scontri tra detenuti e agenti di custodia. I due poliziotti penitenziari sono stati aggrediti e feriti senza alcuna giustificazione. L’aggressione è drammaticamente degenerata con urla e grida inneggianti ad Allah e all’Isis.

A Milano, alla fermata metropolitana Romolo, i passeggeri hanno vissuto momenti di panico e paura, a causa di improvvise urla lanciate da un magrebino forsennato: “Infedeli, infedeli, a casa ho un mitra, la prossima volta vi ammazzo tutti”. Viviamo tempi difficili. La sicurezza dei cittadini è in grave pericolo.

Certo, bisogna separare i fondamentalisti e i jihadisti da coloro che vogliono professare l’Islam in pace, rispettando le leggi del nostro paese e costruendo ponti di pace con tutti. Questo, d’altronde, è il messaggio di Papa Francesco.

Un partito italiano, guidato da un comico, notoriamente avverso al Cristianesimo e alla Chiesa Cattolica, parlando della costruzione delle Moschee in Italia, ha segnalato la presenza di musulmani che pregano nella catacombe, costretti a nascondersi perché gli viene impedito di professare la propria fede liberamente. Si tratta di una notizia che non trova riscontro. E se anche fosse così, si tratta di un fatto marginale e isolato.

Seppure con grandi difficoltà di natura logistica, i musulmani in Italia posso esercitare il loro culto senza problemi. Siamo una nazione libera e tollerante: affermare il contrario rischia di generare nell’opinione pubblica un’idea sbagliata del nostro paese. Il rispetto per l’islam non deve sacrificare la verità e tanto meno le altre religioni, come quella cristiana. Non si può tentare di commuovere l’opinione pubblica per strappare qualche voto in più.

Non è vero che i musulmani pregano nascosti (come potete vedere dalla foto). Nelle grandi città, nel giorno della preghiera (il venerdì), viene bloccato il traffico per permettere la preghiera. Mentre si invoca libertà di culto (giustamente) per i seguaci del profeta dell’Islam Muhammed, la Chiesa Cattolica viene continuamente bersagliata da alcuni partiti e costretta al silenzio. Alcuni parlamentari italiani avrebbero pure il coraggio, in nome di chissà quale integrazione, di chiudere le chiese. Il rispetto deve valere per tutte le religioni. E, in particolare, per quella cristiana, bersagliata dal fondamentalismo islamico in tutto il mondo.

Cari politici, cominciate dunque a rispettare tutte le religioni, compresa quella che ha fondato l’umanesimo che molti di voi vogliono distruggere. E’ raccapricciante leggere determinate notizie da chi siede in Parlamento, soprattutto quando, per convincere il proprio elettorato, si mette in ballo l’integrazione, la libertà e il rispetto reciproco. Questi politici in poco tempo hanno perso la loro presunta purezza e sono stati capaci di  trasformare questi meravigliosi concetti in cavalli di troia per annientare la società e modellarla secondo i personali interessi economici e politici.

 

Don Salvatore Lazzara – Sacerdote da 17 anni, è cappellano militare all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Da Cappellano Militare ha svolto i seguenti incarichi: Maricentro (MM) La Spezia, Nave San Giusto con la campagna addestrativa nel Sud Est Asiatico, X° Gruppo Navale in Sinai per la missione di Pace MFO. Successivamente trasferito alla Scuola Allievi Carabinieri di Roma. Ha partecipato alla missione in Bosnia con i Carabinieri dell’MSU. Di ritorno dalla missione è stato trasferito alla Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. Dopo l’esperienza nei Carabinieri è tornato a Palermo presso i Lanceri d’Aosta (Esercito). Per Da Porta Sant’Anna curava inizialmente la rubrica “Al Pozzo di Sicar”; da Luglio 2014 ha assunto il ruolo di Direttore del Portale.

 

 

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