Interrogazione PD a Renzi e Gentiloni: riaprire l’ambasciata italiana a Damasco


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Sostenere l’iniziativa diplomatica dell’inviato delle Nazioni Unite in Siria, Staffan De Mistura, e riaprire l’ambasciata italiana a Damasco. E’ quanto chiede con una interrogazione il deputato del Partito Democratico Romina Mura in un’interrogazione rivolta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni. Il parlamentare nel suo atto ricorda che “il pericolo rappresentato dal terrorismo di matrice islamica, a partire dall’ISIS, ha imposto alla comunità internazionale di mutare atteggiamento nei confronti del governo siriano”.

“L’inviato delle Nazioni Unite per la pace in Siria, Staffan de Mistura, – scrive Mura – ha affermato che “qualsiasi soluzione della crisi siriana deve coinvolgere il presidente Bashar al-Assad”, che continuerà ad avere “colloqui molto importanti con lui” e che ”la soluzione” della crisi siriana ”può solo essere politica”.

Il parlamentare del PD ricorda, inoltre, come l’inviato delle Nazioni Unite per la pace in Siria abbia riconosciuto “la disponibilità del governo siriano nella ricerca di una soluzione pacifica, tanto da affermare che “se non verrà trovata una soluzione” alla crisi ”l’unico che ne trarrà vantaggio è lo Stato Islamico”.

Mura non ha dubbi: “L’Italia può svolgere un importante ruolo diplomatico nella soluzione della crisi, anche perché tutte le parti in conflitto (governo siriano e opposizioni moderate e non armate), riconoscono al nostro paese grande capacità di mediazione, in virtù di antichi rapporti di amicizia che rendono la nostra diplomazia la più adatta a risolvere controversie nell’area Mediterranea e, in particolare, in Medio Oriente”.

Per questa ragione l’esponente del Partito Democratico si rivolge a Renzi e Gentiloni per sapere:

1) se non ritengano, alla luce delle recenti dichiarazioni dell’inviato delle Nazioni Unite per la pace in Siria, Staffan de Mistura, considerare la possibilità di riaprire l’ambasciata italiana a Damasco;

2) se non ritengano, visto il ruolo che l’Italia ha sempre svolto in Medio Oriente, e in particolare in Siria, inviare una rappresentanza diplomatica italiana nella capitale della Repubblica Araba siriana con lo scopo di verificare le condizioni per un accordo tra le parti e trovare una soluzione pacifica a una crisi che si protrae dal 2011;

3) quali provvedimenti intendano adottare per sostenere l’azione diplomatica dell’inviato delle Nazioni Unite per la pace in Siria, Staffan de Mistura, secondo il quale “qualsiasi soluzione della crisi siriana deve coinvolgere il presidente Bashar al-Assad”, visto che il nemico da sconfiggere è lo Stato Islamico, oramai alle porte dell’Italia.

“L’avanzare dello Stato Islamico (e dei gruppi armati jihadisti) in Siria, in Iraq e in paesi come la Libia, a poche centinaia di miglia dal nostro paese, – ricorda l’esponente del Partito Democratico – richiamano l’Italia e l’Europa a un deciso cambio di rotta nella lotta al terrorismo internazionale (come ampiamente argomentato anche dal Ministro degli Esteri Gentiloni in occasione della informativa resa alla Camera qualche giorno fa), eventualmente, anche rivedendo le posizioni, come ha fatto l’ONU, nei confronti di quei governi che hanno dimostrato di combattere contro organizzazioni che sono una minaccia, come hanno dimostrato gli attacchi in Belgio, Francia e Danimarca, per la sicurezza dell’Europa e la convivenza civile tra i popoli”.

L’Italia ha sospeso ogni l’attività della propria ambasciata a Damasco nel marzo del 2012 e rimpatriato lo staff della sede diplomatica nella capitale della Repubblica Araba Siriana. Nel febbraio del 2013 l’ambasciatore della Repubblica Araba Siriana a Roma, Khaddour Hasan, è stato convocato alla Farnesina e dichiarato ”persona non gradita”. A tale dichiarazione è seguita la chiusura della rappresentanza diplomatica della Siria in Italia. Da allora le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono state interrotte.

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