Israele e Gaza: accusa shock sull’uso di scudi umani da parte dell’IDF


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Un’inchiesta pubblicata dal sito israeliano HaMakom ha rivelato un episodio inquietante avvenuto nel maggio 2024 a Gaza, nel quartiere di Zaytoun. Secondo il rapporto, un ufficiale dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane) avrebbe legato una corda fatta di miccia detonante attorno al collo di un anziano palestinese di 80 anni, costringendolo a entrare nelle case della zona per ispezionarle alla ricerca di pericoli e presenze ostili. Dopo otto ore di “servizio forzato”, l’uomo e sua moglie sarebbero stati fatti evacuare, ma mentre lasciavano l’area sarebbero stati uccisi da una raffica di proiettili sparati da un’altra unità israeliana, ignara della loro identità.

L’accaduto ha sollevato un’ondata di indignazione internazionale. L’uso di scudi umani è esplicitamente vietato dal diritto internazionale umanitario e dalle stesse regole interne dell’IDF. Tuttavia, l’inchiesta di HaMakom non si ferma a questo caso isolato.

Nel rapporto viene citato anche un episodio avvenuto ad agosto 2024 a Rafah, dove un altro civile palestinese, costretto a collaborare con i soldati israeliani nella bonifica di edifici e tunnel, è stato ucciso per errore da un ufficiale dell’IDF. Il battaglione 931 della Brigata Nahal, coinvolto nell’operazione, avrebbe usato l’uomo come scudo umano per proteggere le truppe durante le ispezioni.

L’esercito israeliano, dopo la pubblicazione delle rivelazioni, ha confermato che gli episodi sono stati oggetto di indagini interne e che “le lezioni apprese sono state integrate nelle future operazioni”. Tuttavia, le dichiarazioni ufficiali non hanno placato le critiche, soprattutto in un momento in cui la guerra a Gaza continua a mietere vittime civili e a suscitare polemiche sulla condotta delle operazioni militari.

Organizzazioni per i diritti umani hanno condannato fermamente l’uso di civili in operazioni di guerra, chiedendo indagini indipendenti e azioni legali contro i responsabili. Anche l’ONU e l’Unione Europea potrebbero aprire nuove discussioni sulla condotta israeliana nella Striscia di Gaza.

L’accusa di usare scudi umani non è nuova per l’IDF, ma le testimonianze raccolte in questa inchiesta gettano una luce ancora più cupa sulle modalità operative in corso a Gaza. Se confermate, queste pratiche segnerebbero una grave violazione delle convenzioni di Ginevra, alimentando ulteriormente il dibattito sulla gestione della guerra da parte di Israele e sul prezzo pagato dai civili palestinesi.

Mentre tutto questo accade, la comunità internazionale resta in silenzio, girando lo sguardo dall’altra parte e continuando a proteggere il criminale Benjamin Netanyahu, che prosegue indisturbato la sua politica di guerra e repressione.

 

(Raimondo Schiavone)


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