La Corte internazionale di giustizia ordina a Israele di fermare l’offensiva a Rafah


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La Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha ordinato a Israele di fermare l’offensiva militare a Rafah, deliberando a seguito della richiesta del Sudafrica. Affinché le prove non vadano perse, Israele dovrà adottare misure per garantire agli inquirenti l’accesso senza ostacoli alla Striscia di Gaza e dovrà presentare un rapporto entro un mese.

I giudici, in particolare, hanno ordinato a Israele di aprire il valico di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza per permettere l’ingresso di aiuti umanitari e di consentire agli investigatori di entrare nell’enclave palestinese: «Israele deve adottare misure efficaci per garantire il libero accesso alla Striscia di Gaza a qualsiasi commissione d’inchiesta, missione d’inchiesta o organo investigativo incaricato dagli organi competenti delle Nazioni Unite di indagare accuse di genocidio», ha dichiarato il presidente della Corte Nawaf Salam.

​La Corte internazionale di giustizia dell’Aja sollecita il «rilascio immediato e incondizionato» degli ostaggi israeliani a Gaza. «La Corte esprime profonda preoccupazione per le sorti degli ostaggi». Queste le parole usate dal presidente della Corte internazionale di giustizia, Nawaf Salam.«Troviamo particolarmente preoccupante che molti siano ancora prigionieri», ha aggiunto. I giudici  hanno inoltre affermato come le condizioni di vita della popolazione di Gaza si stiano deteriorando e la situazione umanitaria sia diventata catastrofica.

La Corte, nota anche come il Tribunale Internazionale dell’Aia, è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. Ha sede nel Palazzo della Pace, all’Aia, in Olanda. Fondata nel 1945 all’indomani della Seconda guerra mondiale, ha il compito principale di dirimere controversie fra gli stati membri dell’Onu che hanno accettato la sua giurisdizione e offrire pareri consultivi. Le sue sentenze sono uno strumento fondamentale per accertare le norme internazionali. È composta da quindici giudici di diversa nazionalità, eletti dall’Assemblea Generale e confermati dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con un mandato di nove anni. Dal 1947, la Corte ha esaminato più di 190 casi. In sostanza, la Corte Internazionale di Giustizia giudica gli stati, non le persone.

Diverso è il ruolo della Corte Penale Internazionale, primo e unico tribunale internazionale permanente intitolato a giudicare singoli individui per reati come il genocidio, i crimini contro l’umanità, i crimini di guerra. Fondata a Roma nel 1998, è entrata in vigore nel 2002 e ha sede all’Aia (in un edificio diverso da quello della Corte Internazionale dell’Onu). È riconosciuta da 120 Paesi, ma non da Stati Uniti, Russia, Cina, Israele e altri. A questa corte il procuratore si è rivolto chiedendo l’arresto del premier Netanyahu e dei principali leader di Hamas.

LE REAZIONI

Media, raid aerei di Israele su Rafah dopo la decisione della Corte dell’Aia/ Aerei da guerra israeliani hanno effettuato attacchi aerei sul centro di Rafah dopo l’annuncio della decisione della Corte internazionale di giustizia (Icj), che ha ordinato a Israele di fermare le operazioni militari nella città nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa turca Anadolu sul suo account X, citando il suo corrispondente.

Il Sudafrica esulta: «All’Aja un ordine forte a Israele» / Il Sudafrica accoglie con favore l’ordine «più forte» della Corte internazionale di giustizia nei confronti di Israele, al quale ha ordinato di fermare l’operazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.

Autorità palestinese su Corte Aia: «Consenso internazionale sulla fine della guerra» / L’Autorità palestinese ha accolto con favore la decisione della Corte internazionale di Giustizia (Icj) dell’Aia, che ha ordinato a Israele di mettere fine all’offensiva a Rafah. La decisione, ha detto a Reuters il portavoce presidenziale palestinese Nabil Abu Rudeina, «dimostra un consenso internazionale sulla fine della guerra nella Striscia di Gaza».

Hamas, bene l’Aja ma non basta, stop alla guerra a Gaza / Hamas ha salutato la decisione della Corte di giustizia dell’Aja sull’operazione a Rafah. Su Telegram ha affermato che tuttavia non è abbastanza e ha fatto appello alla «fine dell’offensiva in tutta Gaza».

Ben Gvir: «Corte dell’Aja antisemita, risposta è occupare Rafah» / «L’ordinanza irrilevante della corte antisemita dell’Aja dovrebbe avere una sola risposta: l’occupazione di Rafah, l’aumento della pressione militare e della completa distruzione di Hamas, fino al raggiungimento della completa vittoria nella guerra». Lo ha detto il ministro della sicurezza nazionale – e leader di destra radicale – Itamar Ben Gvir citato da Ynet.

Smotrich: «La storia giudicherà chi oggi si è schierato con i nazisti di Hamas» / «La storia giudicherà chi oggi si è schierato dalla parte dei nazisti di Hamas e dell’Isis», il sedicente Stato islamico. Lo ha dichiarato sul social X il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, commentando l’ordine della Corte internazionale di giustizia dell’Aja a Israele di fermare l’offensiva militare di terra a Rafah. Secondo Smotrich, Israele è in guerra per la sua «esistenza» e «chiunque gli chieda di cessare la guerra gli sta chiedendo di non esistere più».

Gaza: capo opposizione Israele, sentenza Cig evitabile con «governo professionale»/ La sentenza della Corte internazionale di giustizia (Cig), che oggi ha ordinato a Israele di fermare l’offensiva a Rafah, nella Striscia di Gaza, avrebbe potuto essere evitata con un «governo sano e professionale». Lo ha detto il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid, secondo quanto riferisce il quotidiano Haaretz, che ha criticato l’esecutivo di Benjamin Netanyahu per non aver «impedito ai ministri folli di esprimersi pubblicamente, arrestato i criminali che hanno appiccato il fuoco ai convogli di aiuti e condotto gli sforzi diplomatici in modo tranquillo ed efficiente». Lapid ha poi affermato che «il fatto che la sentenza non abbia affrontato la questione del diritto di Israele di difendersi di fronte al terrore, è una caduta morale ed etica».

Giordania: «Cig mostra crimini di guerra in Israele, stop all’impunità»/ «La sentenza della Corte internazionale di giustizia mette in luce, ancora una volta, i crimini di guerra commessi da Israele nella Striscia di Gaza». Così il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi su X commenta il pronunciamento della Cig sottolineando che «ancora una volta, il governo israeliano reagisce con disprezzo al diritto internazionale, rifiutandosi di dare ascolto agli ordini della corte». Per Safadi «la Corte suprema deve assumersi le proprie responsabilità, porre fine all’impunità di Israele e ai doppi standard nell’applicazione della legge internazionale».

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