La libertà come valore: perché il concetto cambia da Occidente al mondo arabo e asiatico


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La libertà non è un principio assoluto, ma un valore che si declina in modi diversi a seconda della cultura, della storia e delle esigenze di ogni società. Se la libertà fosse un principio universale e immutabile, dovrebbe essere applicata nello stesso modo in ogni angolo del mondo. Ma così non è. Gli stessi paesi che si definiscono “liberi” la interpretano in modi differenti, mentre in altre nazioni la libertà è soggetta a una modulazione culturale che la rende compatibile con contesti politici e sociali molto diversi da quelli occidentali.

Libertà nei paesi occidentali: un valore fondato su un principio

Nel mondo occidentale, la libertà viene spesso considerata un principio assoluto e inviolabile. Le democrazie liberali si fondano su un’idea di libertà che garantisce diritti individuali, espressione del pensiero, autodeterminazione e una separazione netta tra lo Stato e la sfera privata. Tuttavia, anche in queste società la libertà non è mai del tutto assoluta. Il diritto alla libertà di parola, ad esempio, è limitato in molti paesi europei quando entra in conflitto con altri valori come la sicurezza pubblica o la lotta all’incitamento all’odio. Negli Stati Uniti, la libertà di espressione è più ampia, ma le limitazioni esistono comunque in particolari ambiti, come la diffamazione o la sicurezza nazionale.

Anche in Occidente, dunque, la libertà è un valore che si confronta con altre esigenze sociali e che cambia nel tempo. Basti pensare alle restrizioni imposte durante la pandemia di COVID-19, quando la libertà di movimento è stata limitata per proteggere la salute pubblica.

Libertà nei paesi arabi, in Russia e in Iran: un valore modulato dal contesto culturale

Se in Occidente la libertà è concepita come un valore fondato su un principio universale, in altre parti del mondo essa è modellata in base al contesto culturale e storico. In Russia, Iran, Egitto e nei paesi arabi in generale, il concetto di libertà è spesso subordinato alla stabilità dello Stato, all’ordine sociale e ai valori tradizionali.

In Russia, ad esempio, la libertà di espressione è regolata in modo molto diverso rispetto all’Occidente. Lo Stato esercita un forte controllo sull’informazione e sulla società civile, giustificando queste limitazioni come necessarie per la sicurezza nazionale e la difesa dell’ordine pubblico. Il modello russo non si basa sull’idea di libertà individuale come diritto supremo, ma sulla convinzione che lo Stato debba proteggere la comunità nel suo insieme, anche a costo di limitare alcuni diritti personali.

In Iran, la libertà è modulata dal sistema teocratico, che bilancia le libertà personali con i principi religiosi della Repubblica Islamica. L’abbigliamento, l’accesso alle informazioni e i diritti civili sono regolati da norme religiose che riflettono una visione della società profondamente diversa da quella occidentale. Per il governo iraniano, queste restrizioni non sono viste come una negazione della libertà, ma come una sua interpretazione coerente con i valori islamici.

Nei paesi arabi, in generale, la libertà è spesso subordinata alla struttura sociale e familiare. In molte nazioni del Golfo Persico, ad esempio, esiste una forte protezione della privacy e delle libertà economiche, ma le libertà politiche e di espressione sono molto più limitate rispetto agli standard occidentali. Tuttavia, queste restrizioni vengono spesso giustificate come necessarie per preservare la stabilità e l’identità culturale.

Il relativismo della libertà: un valore che cambia con la cultura

Questa diversità nella concezione della libertà non è necessariamente un segno di oppressione o arretratezza, ma una dimostrazione del fatto che la libertà non è un principio assoluto e universale, ma un valore che si declina in modi diversi a seconda della società in cui si trova.

L’errore dell’Occidente è spesso quello di considerare il proprio modello di libertà come l’unico possibile, giudicando altri paesi come “non liberi” semplicemente perché applicano criteri differenti. Tuttavia, le società si sviluppano in base a esigenze storiche e culturali specifiche. In alcuni paesi, la priorità è la stabilità e l’ordine sociale, in altri è la protezione della religione o della tradizione, mentre in Occidente la libertà individuale è un elemento chiave dello sviluppo democratico.

Ciò non significa che tutte le restrizioni siano giustificate o che non si possa criticare la mancanza di diritti in alcuni contesti. Ma significa riconoscere che la libertà è un valore che cambia, si adatta e si modula in base alle necessità e alle identità culturali di ogni società. È questa comprensione che permette di andare oltre la semplice contrapposizione tra “paesi liberi” e “paesi non liberi”, e di analizzare con maggiore profondità le dinamiche globali della libertà nel mondo.

(Raimondo Schiavone)


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