La moschea di Al-Aqsa sarà spartita tra musulmani ed ebrei


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(Stefania Rizzo) – Un membro arabo della Knesset, Arab MK Masoud Ghanayim, ha rivelato che il mese prossimo verrà votata una legge, elaborata da una commissione del parlamento israeliano, che prevede la spartizione della Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme tra musulmani ed ebrei.

Secondo questo testo, come rivela il quotidiano palestinese Felesteencome, “gli ebrei potranno liberamente pregare nella moschea di Al-Aqsa in luoghi a loro dedicati”. Musulmani ed ebrei avranno dunque parità di diritti nell’accesso e nell’utilizzo del sito sacro. E ‘importante notare che sia la legge rabbinica che quella israeliana vietano attualmente  agli ebrei di pregare ad Al-Aqsa a causa della “santità del sito per la religione ebraica”.

La maggior parte degli ebrei che oggi si reca a pregare nella moschea sono “coloni con un programma di destra”. La Città Vecchia di Gerusalemme, dove si trova di Al-Aqsa è internazionalmente riconosciuto come terra occupata. Le autorità di occupazione israeliane spesso impediscono ai musulmani di pregare in questo sito.

Secondo Ghanayim, il disegno di legge vieterà l’organizzazione di proteste e di manifestazioni intorno alla moschea e stabilirà le punizioni per eventuali violazioni. Per il deputato si tratta di “un’evidente aggressione dei diritti religiosi dei musulmani di tutto il mondo” che rientra in un piano di “giudaizzazione della città di Gerusalemme”.

La legge, secondo il parlamentare arabo della Knesset, “si basa esclusivamente su una legittimità costruita su miti storici e religiosi sostenuti con il potere dell’occupazione e dell’oppressione.”

“La Moschea di Al-Aqsa è parte del mondo islamico e arabo e non può essere spartita. Fa parte delle terre arabe e palestinesi, oggi occupate dai sionisti e  l’occupazione non ha il diritto di imporre le sue leggi.” Per Ghanayim il governo israeliano è dietro tutti i tentativi dei coloni estremisti di destra di estendere la sovranità israeliana su Al-Aqsa: “Il governo israeliano pagherà il prezzo di questa aggressione ai diritti degli arabi e dei Musulmani”.

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