La Russia si radica nel Sahel: il trasferimento in Mali e le sue implicazioni geopolitiche


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(Stefano Levoni) – L’arrivo di un imponente contingente militare russo a Bamako, capitale del Mali, segna una svolta significativa nella strategia di Mosca in Africa. Il trasferimento, avvenuto tra dicembre e gennaio, ha visto l’arrivo di una colonna composta da quasi 100 mezzi militari, tra cui 60 carri armati T-72 modernizzati, blindati da combattimento, veicoli contraerei e unità di supporto logisticoc. Questa operazione rappresenta un cambio di passo nelle ambizioni russe sul continente africano, ridefinendo gli equilibri geopolitici nell’intera regione del Sahel.

A differenza delle operazioni passate, che prevedevano il ricorso a costosi ponti aerei attraverso la Siria e la Libia, il contingente è stato trasferito direttamente dalla base di Murmansk, nell’Artico russo, al porto di Conakry, in Guinea. Due navi, la Adler e la Siyanie Severa, hanno sbarcato i mezzi in un’operazione logistica ben pianificata che sottolinea la capacità della Russia di proiettare potenza militare su scala globale.

Questa nuova rotta marittima rappresenta un significativo vantaggio strategico per il Cremlino. Permette infatti di bypassare le restrizioni geopolitiche che limitano l’accesso al Mediterraneo e di garantire un flusso continuo di risorse nel Sahel. È inoltre la dimostrazione della volontà di Mosca di compensare la perdita delle basi siriane, come Tartus e Khmeimim, consolidando nuove posizioni operative nel Mediterraneo centrale e nell’Africa occidentale.

L’invio di un gruppo tattico autonomo così imponente risponde a una serie di obiettivi strategici per Mosca:

  1. Consolidamento dell’influenza regionale: La Russia sta costruendo relazioni privilegiate con i governi di paesi instabili, come Mali, Niger e Burkina Faso, offrendo supporto militare in cambio di accesso alle risorse naturali e di una maggiore presenza strategica.
  2. Sfruttamento delle risorse naturali: La regione del Sahel è ricca di giacimenti di oro, uranio e altri minerali preziosi, fondamentali per sostenere l’economia russa e finanziare ulteriori operazioni militari.
  3. Proiezione di potenza globale: Il trasferimento in Mali evidenzia la capacità russa di intervenire in teatri operativi lontani, rafforzando la propria immagine di potenza globale nonostante le difficoltà incontrate in Ucraina e Medio Oriente.

La decisione di inviare mezzi di ultima generazione e personale regolare del Ministero della Difesa, piuttosto che fare affidamento sulla compagnia Wagner, segnala un cambiamento nell’approccio russo. Dopo la morte di Yevgeny Prigozhin e il ridimensionamento della Wagner, il Cremlino ha assunto un controllo diretto sulle operazioni in Africa. Questo garantisce maggiore affidabilità e rafforza l’impegno dello Stato russo nei confronti dei propri alleati locali.

I mezzi inviati, inclusi carri armati T-72 equipaggiati con protezioni anti-drone e blindati modernizzati, rappresentano un’importante capacità offensiva e difensiva. Questo schieramento non solo rafforza il governo maliano contro ribelli e jihadisti, ma consolida anche la presenza militare russa nella regione.

La crescente influenza russa nel Sahel ha implicazioni rilevanti sia a livello locale che internazionale. Nel breve termine, rafforza i regimi al potere, spesso in difficoltà nel gestire conflitti interni e instabilità politica. Tuttavia, la presenza russa potrebbe aggravare le tensioni regionali, alimentando la competizione con attori occidentali, in particolare Francia e Stati Uniti.

La Francia, storica potenza coloniale nella regione, ha visto erodersi la propria influenza a causa della crescente ostilità verso Parigi da parte di molti governi africani, che considerano Mosca un’alternativa strategica. L’Unione Europea e gli Stati Uniti, dal canto loro, monitorano con attenzione la situazione, preoccupati per il potenziale utilizzo del Sahel come piattaforma per proiettare l’influenza russa nel Mediterraneo e oltre.

(Manifestanti anti-francesi a Bamako sventolano la bandiera russa (maggio 2021)

Con il dispiegamento in Mali, la Russia sta ridefinendo il proprio ruolo nel panorama geopolitico globale. Questa presenza militare si inserisce in un contesto di rivalità strategica con l’Occidente e di ricerca di nuove opportunità dopo le perdite subite in Siria e Ucraina. Il Sahel, con le sue risorse naturali e la sua posizione strategica, è diventato un banco di prova per l’ambizione russa di riaffermarsi come potenza globale.

L’escalation in corso suggerisce che questa operazione non sarà isolata. Altri paesi africani potrebbero diventare protagonisti di una strategia di lungo termine volta a garantire alla Russia nuove rotte, basi operative e risorse strategiche. Tuttavia, le implicazioni di questa nuova fase richiedono una risposta coordinata e strategica da parte dell’Occidente, per evitare che l’espansione russa destabilizzi ulteriormente una regione già fragile.


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