Libia. Il premier del governo islamico di Tripoli fugge a Misurata


0 Condivisioni

 

Khalifa Ghwell, il premier del governo di Tripoli mai riconosciuto dalla comunità internazionale che aveva minacciato l’esecutivo di unità nazionale di Fayed al Sarraj sostenuto dall’Onu, ha lasciato la capitale libica ed è tornato a Misurata. Ieri, all’indomani dell’arrivo a Tripoli del governo di Sarraj, gli anziani e alcuni esponenti del consiglio militare di Misurata, si sono recati nella capitale libica per incontrare Ghwell e dirgli che “era finita, che doveva cedere, e che se non lo avesse fatto lo avrebbero rimosso”, ha raccontato una fonte di Misurata al Libya Herald.

Il premier ha quindi deciso di far ritorno nella sua città natale. Stesso messaggio è stato rivolto al leader misuratino delle milizie, Salah Badi: “Gli hanno detto di tornare a casa e lui lo ha fatto”. Stesso copione per un altro misuratino, il ministro degli Esteri del governo di Tripoli, Jamal Zubia. Secondo il Libya Herald, anche il presidente del parlamento di Tripoli, Abu Sahmain, avrebbe lasciato la capitale per tornare nella sua città natale, Zuwara.

LEADER DELLA GUARDIA PETROLIFERA SOSTIENE IL GOVERNO DI UNITA’ – Il leader della Guardia addetta al controllo dei siti petroliferi libici, Ibrahim Jadhran, ha annunciato il proprio sostegno al governo di unità nazionale del premier designato Fayez al Sarraj. “Ci impegneremo a collaborare con il legittimo governo nazionale riconosciuto dalla comunità internazionale per fermare l’avanzata delle organizzazioni terroristiche come l’Isis e la minaccia che rappresentano per le risorse libiche”, ha detto il suo portavoce, Ali Al-Hassi.

Come ricorda il Libya Herald, il padre di Jadhran è un anziano della città di Agedabia, situata circa 150 chilometri a Sud-Ovest di Bengasi, snodo importante nella zona più ricca di petrolio del Paese. Il fratello Salem è sindaco della città, mentre un altro fratello, Usama, è uno dei leader del Consiglio della shura dei rivoluzionari di Agedabia.

FRANCIA: BISOGNA AIUTARE LA LIBIA, ANCHE SUL FRONTE MILITARE –  Il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault ha sollecitato oggi la comunità internazionale a essere pronta ad aiutare il governo di unità nazionale libico, qualora ne facesse richiesta, anche sul fronte militare. “La Libia è una preoccupazione condivisa da tutti i Paesi della regione e oltre. Il caos che regna oggi promuove il rapido sviluppo del terrorismo. Si tratta di una minaccia diretta alla regione e all’Europa – ha detto Ayrault in un’intervista al quotidiano regionale Ouest France – il Daesh (acronimo arabo per Stato islamico, ndr) sta retrocedendo in Siria e in Iraq, ma avanzando in Libia. Dobbiamo essere pronti a rispondere se il governo di unità nazionale di (Fayed) Sarraj ci chiedesse aiuto, anche militare”.

Alla domanda precisa sulle probabilità di un intervento militare, Ayrault ha risposto: “Dipenderà da quello che chiederà il governo legittimo. Pensare di lanciare raid aerei fuori da un processo politico non è un’opzione. Gli algerini che non erano d’accordo ai raid del 2011, così come i russi, ci ricordano sempre l’operazione in Libia…. dobbiamo evitare di ripetere gli errori del passato e non dimenticare quello che è avvenuto in Iraq. La responsabilità dell’intervento americano sotto George W. Bush è drammatica. Ha sconvolto la regione e ha fatto nascere l’estremismo e il Daesh”.

ITALIA INVIA UN MILIONE DI EURO DI AIUTI ALIMENTARI – In risposta alla grave situazione umanitaria in corso in Libia ed accogliendo la richiesta di aiuto del Governo di Accordo Nazionale libico, il ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale ha disposto un finanziamento multilaterale di emergenza di 1 milione di euro a favore del Programma alimentare mondiale – PAM per la distribuzione a favore della popolazione civile di razioni alimentari. Si legge nella nota della Farnesina.

Grazie al finanziamento italiano verranno distribuite circa 860 tonnellate di alimenti (farina, riso, pasta, ceci, passata di pomodoro, olio vegetale e zucchero) destinate a 70.000 beneficiari (14.000 famiglie), scelti fra le categorie più vulnerabili (15% bambini con meno di 5 anni, 36 % minori fra i 5 ed i 17 anni) della popolazione della Libia Occidentale (Tripoli e dintorni).

A questa iniziativa se ne aggiungerà una seconda – che verrà parimenti realizzata nei prossimi giorni – consistente nella fornitura di 3 kit sanitari generici (ognuno dei quali é in grado di garantire la cura di 10.000 pazienti per 3 mesi) e di 4 della tipologia anti trauma destinati a prestare soccorso ai feriti traumatizzati (ognuno per 100 casi), per un valore complessivo di circa 100.000 Euro.

L’intervento in questione si aggiunge al precedente pacchetto di aiuti umanitari dell’importo di 1,4 milioni di euro disposto dalla Cooperazione Italiana nello scorso gennaio.

0 Condivisioni