L’Iran cerca una coalizione per fermare il piano di trasferimento dei palestinesi da Gaza


0 Condivisioni
Condividi su

(Raimondo Schiavone) –  Mentre la tregua temporanea a Gaza rimane fragile e il cessate il fuoco in atto offre una pausa alla popolazione stremata, la diplomazia internazionale si muove freneticamente per contrastare scenari che potrebbero cambiare per sempre il volto del conflitto israelo-palestinese. Secondo fonti attendibili, l’Iran starebbe cercando di formare una coalizione con Egitto, Turchia e Tunisia per opporsi a quello che considera un inaccettabile piano israelo-statunitense: il trasferimento forzato dei palestinesi dalla Striscia di Gaza.

Secondo quanto riportato da media regionali, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha contattato nelle ultime ore i suoi omologhi di Egitto, Turchia e Tunisia. L’obiettivo? Costruire un fronte comune per impedire lo spostamento della popolazione palestinese, considerato da Teheran una “linea rossa” invalicabile.

“Non permetteremo che i palestinesi siano sradicati dalla loro terra”, avrebbe dichiarato Araghchi, accusando Israele e Stati Uniti di voler alterare l’equilibrio demografico della regione con una manovra che, a suo avviso, rientrerebbe in una strategia più ampia di occupazione e pulizia etnica.

Il coinvolgimento di Egitto, Turchia e Tunisia non è casuale. Il Cairo gioca un ruolo cruciale nella gestione del confine meridionale della Striscia di Gaza, attraverso il valico di Rafah. Ankara, sotto la guida di Recep Tayyip Erdoğan, ha assunto negli ultimi anni una posizione sempre più ostile nei confronti di Israele, mentre Tunisi è stata storicamente una voce critica verso le politiche israeliane nella regione.

Le conversazioni tra questi paesi suggeriscono che qualcosa di urgente sia in atto dietro le quinte. L’Iran sembra determinato a usare tutti i mezzi possibili per scongiurare un esodo di massa dei palestinesi, un’eventualità che rischierebbe di aggravare la già delicata situazione geopolitica mediorientale.

La presa di posizione iraniana si inserisce in un contesto internazionale sempre più polarizzato. Mentre Israele e Stati Uniti sostengono che l’evacuazione di alcune aree di Gaza sia necessaria per motivi di sicurezza, i paesi arabi e diverse organizzazioni per i diritti umani denunciano il rischio di una deportazione forzata.

Nel frattempo, la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha recentemente ribadito la necessità di proteggere i civili e rispettare il diritto internazionale, mentre l’Unione Europea appare divisa sulla questione, con alcuni stati membri che chiedono un maggiore impegno diplomatico per fermare la crisi.

La mossa dell’Iran potrebbe portare a nuove tensioni nell’area, specialmente se Teheran dovesse decidere di rafforzare il proprio sostegno militare ai gruppi armati palestinesi. Il rischio di un conflitto regionale allargato non è da sottovalutare, soprattutto considerando il recente intensificarsi delle operazioni israeliane contro Hezbollah in Libano e le crescenti tensioni nel Mar Rosso.

L’incognita principale resta la reazione di Washington. Gli Stati Uniti vedono da sempre l’Iran come la principale minaccia alla stabilità mediorientale e qualsiasi tentativo di contrastare i piani israelo-statunitensi potrebbe essere letto come una provocazione diretta.

Mentre i governi si muovono dietro le quinte, la popolazione di Gaza continua a vivere nell’incertezza, tra la speranza che la tregua si consolidi in una soluzione politica e il timore che il conflitto possa riaccendersi da un momento all’altro.


Condividi su
0 Condivisioni