Le nuove alleanze internazionali: l’Europa un partner perdente


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(Talal Khrais) – Il mondo cambia, si costruiscono nuove alleanze ma l’Europa, e l’Italia in particolare, naviga senza bussola. Gli Stati Uniti hanno scelto la strategia di spingere il vecchio continente allo scontro per poi stringere alleanze con chi, poco prima, veniva considerato un nemico. A questo punto bisogna capire a che cosa serve realmente l’europeismo quando le economie nazionali crollano, la disoccupazione aumenta e i più importanti partner commerciali si trovano nel mezzo di conflitti voluti spesso dagli Stati Uniti e dall’Europa stessa. Per questa ragione è opportuno osservare al meglio ciò che accade intorno a noi.

RUSSIA E CINA – A distanza di poche settimane dallo storico accordo da 400 miliardi di dollari, Russia e Cina ci riprovano con un secondo progetto di grande importanza. Si tratta della  realizzazione di un gasdotto per l’esportazione di gas dalla Siberia occidentale alla Cina nord occidentale. Considerando il ritmo con cui cresce la Cina e la formula di prezzo pattuito, a questo punto è molto probabile un nuovo accordo per la costruzione di gasdotto nel distretto siberiano. L’Europa è fuori dalla partita e il danno per l’economia del continente è evidente.

IRAN E TURCHIA – L’Iran, vittima di pesantissime sanzioni da parte di Stati Uniti ed Europa, si è riaffacciato sulla scena diplomatica con una forza che non si vedeva da tempo. Il presidente Hassan Rouhani si è recato in Turchia e ha incontrato il premier Recep Tayyip Erdoğan. I due Paesi hanno espresso una forte volontà di  impegnarsi a trovare soluzioni alle crisi di Iraq e Siria e hanno siglato ben 10 accordi economici. Il premier turco aveva a sua volta visitato l’Iran nel gennaio scorso. Gli accordi sottoscritti dai due governi includono importanti contratti infrastrutturali per le aziende turche e puntano a raddoppiare l’interscambio commerciale per arrivare a 30 miliardi di dollari annui entro la fine del 2015. Iran e Turchia si sono impegnati a rafforzare i rapporti in tutti i settori anche al fine di assicurare la stabilità regionale. Questi due paesi possono creare un collegamento tra Golfo di Oman, Mar Nero e Mediterraneo.

L’Iran, con le sue enormi risorse di gas e petrolio e un mercato di 76 milioni di persone, rappresenta un grande polo d’attrazione per le imprese turche. Ankara importa la maggioranza del suo fabbisogno di gas naturale dall’estero ed é fortemente interessata ad aumentare le importazioni dall’Iran, in vista di un annullamento delle sanzioni internazionali imposte a Teheran. Ma non finisce qui: il governo regionale del Kurdistan iracheno potrebbe firmare con Tehran un accordo simile a quello siglato con la Turchia sulle esportazioni di petrolio. Ci sono in ballo investimenti da milioni di dollari e progetti di cooperazione in grado di creare sviluppo e occupazione.

EUROPA AL PALO – Il mondo va avanti e l’Europa arretra, perdendo partner commerciali fondamentali per l’economia degli Stati membri. L’Italia è uno dei paesi che risente maggiormente di questa crisi di relazioni diplomatiche ed economiche. Si pensi a quanto è accaduto in Libia, dove Roma aveva interessi e investimenti per miliardi di dollari, tutti sfumati in una guerra assurda che ha beneficiato altri soggetti internazionali. Spinti dagli Stati Uniti, non facciamo altro che contribuire a nuovi focolai per poi rimanere soli contro tutti. Washington – pur restando in vigore gli embarghi volti a mantenere le esportazioni del petrolio iraniano a un milione di barili al giorno – entro sei mesi comincerà a ridurre le sanzioni contro l’Iran  sulle forniture di greggio. L’Europa e l’Italia rischiano di perdere anche questa importante partita, tra titubanze, incapacità e limiti ideologici. E così si continua a perdere un mercato dopo l’altro.

RUSSIA E COREA DEL NORD – In questo contesto la Russia non lascia spazio alle manovre occidentali e gioca un ruolo decisivo negli equilibri mondiali. Mosca infatti rafforza i legami con gli alleati della regione Asia-Pacifico e ottiene dalla Corea del Nord quello che neppure la Cina ha mai ottenuto prima: un regime di visti agevolato per gli imprenditori russi e speciali condizioni per i progetti da realizzare nel Paese. I due Stati inizieranno, già da questo mese, a usare il rublo come valuta del loro interscambio commerciale.

 

Talal Khrais (1952). Giornalista accreditato presso la Stampa Estera in Italia, è corrispondente dall’Italia del quotidiano libanese “As –Safir” e reporter di guerra. Responsabile delle relazioni estere del Centro Italo Arabo Assadakah. Autore di numerosi articoli e reportage. Coautore dei volumi Lebanon (Arkadia), Syria, quello che i media non dicono (Arkadia) e Middle East. Le politiche nel mediterraneo sullo sfondo della guerra in Siria (Arkadia).

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