Presidenziali Usa, intervista a Paul Craig Roberts: “Clinton? Aspettiamoci soltanto la guerra”


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di Costantino Ceoldo

La corsa alla nomination per le presidenziali americane del prossimo novembre è tutt’altro che conclusa, almeno per i Democratici. Bernie Sanders contende ancora a Hillary Clinton la possibilità di presentarsi agli elettori del suo partito come il candidato che affronterà il suo omologo Repubblicano per diventare il prossimo inquilino della Casa Bianca. In campo avverso, Donald Trump ha sbaragliato tutti i suoi avversari nel Great Old Party dimostrandosi una specie di forza inarrestabile. In palio, come sempre, lo Studio Ovale, il potere, i destini del mondo. Cosa aspettarsi dai candidati? E’ una delle domande poste a Paul Craig Roberts, esperto conoscitore dello Stato profondo americano.

Roberts, ci sono ancora tre candidati che aspirano a diventare il prossimo Presidente degli Stati Uniti: Sanders, Clinton e Trump. Secondo lei, questa corsa alla nomination è diversa dalle precedenti?

La differenza è che due dei tre candidati, Trump e Sanders, non sono le scelte dei due apparati politici. Gli elettori si sono allontanati dalle istituzioni politiche.

Cominciamo da Bernie Sanders, che gode di simpatia per la sua aria “socialista”, anche qui in Italia per esempio. Ci può davvero essere un presidente “socialista” nel sistema americano?

Sanders non è un socialista. Capisce semplicemente che ogni società ha bisogno di una rete di sicurezza sociale e che non può girare solo a vantaggio dei ricchi.

 Sanders ha meno delegati di Hillary Clinton. E’ fuori dei giochi o ha ancora qualche possibilità di vincere la nomination Democratica? Secondo lei quali dovrebbero essere le prossime mosse di Sanders e dei suoi collaboratori?

Se Hillary è ritenuta responsabile, Sanders è posizionato per la nomina. Tuttavia, lo scopo dei superdelegati è quello di evitare che gli elettori scelgano un candidato che l’apparato di partito non vuole. Pertanto Sanders potrebbe ancora essere bloccato. Forse se un numero sufficiente di superdelegati avessero integrità, potrebbero rispettare la scelta del popolo piuttosto che la gerarchia di partito e sostenere Sanders.

La Clinton non è amata da una parte delle élite americane che in passato le hanno preferito Barack Obama. La storia delle email trafugate potrebbe danneggiarla? Mi sembra si ritorni a Sanders, non trova?

Hillary rappresenta le élite di entrambi i partiti ed è probabile che da entrambi sia supportata.

Cosa dovremmo aspettarci da una Hillary Clinton alla Casa Bianca?

La guerra.

 Veniamo al candidato dei Repubblicani. Chi è davvero Donald Trump?

Non sappiamo che leader politico sia Trump. La gente ha votato per lui perché non si fida dei candidati istituzionali e Trump sembra diverso. Ma così ha fatto Obama.

Democratici e Repubblicani lo detestano. Trump Presidente si ritroverà cooptato negli ingranaggi del potere, ridotto a semplice marionetta?

Trump ha le sue idee, ma non è esperto in materia di politica economica e politica estera, quindi non sa chi occupi certe posizioni e non sa chi nominarvi perché aiuti lui piuttosto che le lobby

Quale potrebbe essere la politica economica di Trump? Davvero costringerà le aziende americane all’estero a ritornare in patria?

I Presidenti sanno solo quello che il loro governo gli dice, così la presidenza Trump dovrebbe stabilire chi nomina il suo governo e chi servono i nominati.

 E riguardo alla politica estera? 

In affari, Trump preferisce la trattativa al conflitto e quindi c’è qualche speranza che voglia ridurre la tensione con la Russia invece che accrescerla. Questa è forse la più grande e la più importante differenza tra Trump ed Hillary.

Un’ultima domanda: un Donald Trump presidente degli Stati Uniti avvierebbe una seria inchiesta sull’11 settembre?

Dubito che sarebbe in grado di farlo. Una tale indagine sarebbe dichiarata come una mancanza di fiducia nel governo degli Stati Uniti, danneggiando in tal modo la credibilità dell’America e rafforzando i nostri nemici. Inoltre, chi lo potrebbe aiutare con le indagini? I governi tendono a coprire per se stessi, non ad esporsi.

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