Putin inaugura la grande moschea simbolo della Russia multiconfessionale


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(Giuseppe Agliastro) – Una delle moschee più grandi d’Europa è stata inaugurata a Mosca alla presenza del presidente russo Vladimir Putin: si tratta della ‘Moschea Cattedrale’, un maestoso tempio bianco e celeste dalle cupole dorate che può ospitare oltre 10.000 fedeli. Per il presidente della multietnica e multi confessionale Russia – dove vivono circa 20 milioni di musulmani su una popolazione totale di 140 milioni di persone – la cerimonia è stata l’occasione per esprimere il suo appoggio alla fede musulmana che si fonda su valori come «la giustizia» e «la misericordia», e scagliarsi allo stesso tempo contro «i terroristi dell’Isis» la cui «ideologia» è invece «basata sulle menzogne» e rappresenta «una degenerazione dell’Islam».

Quello lanciato pochi giorni prima del suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu dal leader del Cremlino – accolto tra gli applausi dai fedeli musulmani – è un messaggio ben chiaro: la Russia è con l’Islam, ma è pronta alla lotta contro i jihadisti, ovviamente facendo i conti prima di tutto proprio con l’Isis, contro cui Mosca caldeggia la creazione di una coalizione internazionale.

Putin intanto sonda il terreno con tutti i player della regione. Prima ha incontrato a Mosca Benyamin Netanyahu concordando un meccanismo per prevenire conflitti accidentali in Siria tra l’esercito russo e quello israeliano, un obiettivo per il quale tra l’altro anche Usa e Russia stanno cercando un compromesso. Poi è stata la volta di un bilaterale tra Putin e Abu Mazen e, infine, un altro tra il leader del Cremlino e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan incentrato sui modi per contrastare l’espansione dello Stato islamico. E all’inaugurazione della più grande moschea della capitale russa – svoltasi in un’atmosfera blindatissima per motivi di sicurezza – ad accompagnare Putin c’erano sia il leader palestinese sia Erdogan, che ha definito «la situazione dei profughi siriani e quello che succede sulle coste del Mediterraneo una vergogna per tutto il mondo».

La nuova moschea sorge a due passi dallo stadio Olimpiiski, dove si disputarono alcune delle gare dei Giochi del 1980, ed è stata realizzata dove prima ne sorgeva un’altra, costruita nel 1904 e distrutta completamente quattro anni fa tra le polemiche per far spazio al nuovo edificio. La vecchia moschea – ormai andata perduta – fu a lungo l’unico luogo di culto musulmano attivo in epoca sovietica, ma la nuova, con i suoi sei piani e i suoi 19.000 metri quadri di superficie, è dieci volte più grande e fa concorrenza a «colossi» come il ‘Cuore della Cecenia’ di Grozny e la Grande moschea di Makhachkala, in Daghestan. I lavori per costruire la ‘Moschea Cattedrale’ sono durati dieci anni e il costo del progetto ha raggiunto i 170 milioni di dollari: una somma interamente coperta da donazioni private. Anche Abu Mazen ha donato 25.000 dollari, ma chi ha offerto di più è il miliardario Suleiman Kerimov, che dopo essere sopravvissuto a un terribile incidente stradale in Francia nel 2007 ha donato 100 milioni di dollari per la costruzione del tempio, inaugurato alla vigilia della festa del Sacrificio (Eid al-Adha).

A Mosca vivono circa due milioni di musulmani, ma le moschee sono appena sei, anche perché parte della popolazione della capitale russa mostra intolleranza nei confronti degli immigrati di fede islamica, al punto che tre anni fa le autorità accantonarono il progetto di costruire una moschea nel quartiere periferico di Mitino dopo che gli abitanti locali scesero in strada a protestare. La proposta russa di creare una coalizione internazionale anti-Isis sarà probabilmente rilanciata da Putin a New York il 28 settembre, ma il nodo decisivo resta la partecipazione o meno all’alleanza del presidente siriano Bashar al-Assad: un fedele alleato della Russia di cui l’Occidente chiede la testa e che Mosca sembra voler mantenere al potere.

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