Quando l’aggressore diventa l’aggredito: l’esempio di Israele e Turchia


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(Talal Khrais) – Lo scenario presente in Medio Oriente appare, purtroppo, una commedia già vista caratterizzata da aspetti contrastanti.

Da una parte Israele si preoccupa del terrorismo, dall’altra permette allo Stato dell’Iraq e del Levante (ISIS) di alzare la bandiera del terrorista Qunietra (Golan Siriano) accanto alla bandiera Israeliana.

Da una parte lo Stato ebraico riconosce di aver curato e rimandato nel campo di battaglia 200 combattenti dell’ISIS e di Jabhat El Nustra, dall’altra, il 5 ottobre attua una aggressione ad un tentativo dell’ISIS di occupare una parte della Bekaa.

Con questo modo di agire, Israele viola la sovranità e l’integrità del territorio libanese, minaccia di fare ritornare il Paese dei Cedri all’epoca della pietra ma di fronte a tutto questo l’Europa tace.

Quando la Resistenza Libanese esercita il proprio diritto di combattere contro l’occupazione nel territorio libanese (fino a ieri nelle fattorie di Chebaa), tutto il Consiglio di Sicurezza si allarma ed ecco che l’aggressore diventa l’aggredito

La Turchia, così come Israele, assume un atteggiamento alquanto ambiguo di fronte al terrorismo. Da una parte lancia l’allarme della nascita di un Califfato Islamico sul suo confine e chiede aiuto per combatterlo senza però tener conto che da circa tre anni è la stessa Turchia a dare la possibilità a terroristi di entrare e uscire liberamente dal paese e di essere assistiti sia dai Servizi Turchi che dall’Esercito.

La trama del film è decisamente evidente: proprio quei Paesi Arabi che negli ultimi anni si sono tanto impegnati a finanziare la nascita e la crescita dell’ISIS, oggi si presentano come combattenti contro il terrorismo.

Ma qual’è il ruolo interpretato dall’Europa in questa tragica commedia? Stare dietro le quinte. L’Europa infatti, invece di intervenire nei confronti della Turchia retrovia del terrorismo esprime solidarietà con il Sultano di Ankara nei confronti del terrorismo.

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