Rapimento delle due ragazze in Siria, lettera di Assadakah al ministro Mogherini


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Il Centro Italo Arabo Assadakah, a seguito del rapimento delle due ragazze italiane in Siria, ha inviato una lettera al ministro degli Affari Esteri Federica Mogherini e al viceministro Lapo Pistelli. Assadakah segnala al Governo italiano la gravità di una vicenda che ripropone il tema degli ingressi illegali, attraverso il confine con la Turchia, in una delle zone più pericolose della Siria, sotto controllo dei gruppi jihadisti e della fazioni radicali islamiche.

In questi anni di attività il Centro Italo Arabo ha portato a termine 84 missioni nel paese, facendo entrare, attraverso il Libano, un elevato numero di giornalisti italiani e stranieri con un regolare visto del governo siriano. Queste missioni si sono svolte senza alcun problema. I reporter e gli altri ospiti che abbiamo accompagnato hanno potuto effettuare il loro lavoro in condizioni di estrema sicurezza. Assadakah in questi anni ha inoltre garantito la presenza in Italia di numerosi esponenti politici, religiosi, studiosi e giornalisti provenienti dalla Siria e dal Libano, anche attraverso progetti di cooperazione, sviluppo e scambi culturali che intercorrono tra i vari paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo.

Assadakah giudica negativamente coloro che hanno scelto e scelgono di fare ingresso in Siria nelle zone di guerra controllate dall’opposizione armata e da bande criminali.

“Questa situazione – afferma il segretario Generale di Assadakah, Raimondo Schiavone – non può proseguire. Il Governo italiano, pertanto, ha il dovere di intervenire e dire che in quelle zone, controllate dai cosiddetti ribelli, nessuno può sentirsi sicuro. È urgente impedire che l’Italia si veda costretta a pagare riscatti, che poi serviranno a finanziare le attività criminali di questi gruppi armati, per l’irresponsabilità di giornalisti, attivisti o soggetti che nulla hanno a che fare con la cooperazione e le missioni umanitarie.

Il Centro Italo arabo chiede di riaprire immediatamente i canali diplomatici con le autorità siriane per impedire che i nostri connazionali in futuro siano coinvolti in analoghe situazioni. “Nessun altro canale, infatti, – conclude Schiavone – ha i requisiti minimi di affidabilità in grado di garantire sicurezza e libertà di movimento a chi vorrà entrare in quel Paese”.

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