Reportage. Al funerale di Jihad Mughnyeh. Hezbollah: puniremo Israele


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(Talal Khrais. Cimitero dei martiri – Ghoberi, Libano) – Circa centomila persone hanno partecipato ai funerali di Jihad Mughnyeh, 21 anni, giovane comandante di Hezbollah ucciso nei giorni scorsi, insieme ad altri uomini di un’unità di miliziani sciiti libanesi e iraniani, nel Golan siriano da due razzi partiti da elicotteri israeliani da combattimento.  La sua unità si trovava in perlustrazione nel villaggio di Mazrat al-Amal, in prossimità di Kuneitra, la capitale siriana del Golan.

Jihad  era figlio di Imad Mughniyeh, storico comandante militare della resistenza, uno degli eroi della vittoria del Libano nel 2006, ucciso nel 2008 a Damasco in una esplosione attribuita al Mossad Israeliano. Jihad Mughnyeh era soprannominato “Il Principe” e la sua carriera militare era seguita personalmente dal leader del Partito di DIo, Hassan Nasrallah.

A Jihad era stato affidato il comando di una brigata nel Golan siriano, a ridosso delle linee israeliane, per controllare e impedire il flusso dai terroristi – in particolare al Nusra, ramo siriano di al Qaeda – che si trovavano a centinaia di metri a ridosso del confine Israeliano.

C’è dolore e rabbia tra la folla. Rabbia perché Israele con questo massacro ha fatto un favore ad Al Qaeda che ha assistito con soddisfazione all’uccisione dei suoi nemici: Hezbollah e Iran.

“Hezbollah sceglierà il momento e il luogo giusto per rispondere all’attacco criminale dello Stato ebraico contro i comandanti della Resistenza senza destabilizzare il Libano. Israele vuole impedirci combattere  il terrorismo salafita, loro li sostengono e gli aiutano per destabilizzare il Libano”, dice Abou Hassan un comandante militare di spicco di Hezbollah.

“I comandanti martiri – continua – erano in un territorio siriano e libanese per controllare la situazione e assumere le misure necessarie contro le infiltrazioni di Jabhat el Nusra e lo Stato del l’Iraq e del Levante”.

Hezbollah non riesce a capacitarsi di come il mondo occidentale “possa tollerare la convivenza tra terroristi e israeliane”.

“Non capisco – sottolinea ancora Abou Hassan – perché non si facciano pressioni sulla Turchia che tuttora ha le frontiere aperte dove fanno entrare e uscire tranquillamente i terroristi dalla Siria. L’Occidente non ha imparato nulla da quanto è avvenuto in Francia”.

Tra le vittime del raid aereo di Israele nel Golan c’era anche un generale delle Guardie rivoluzionarie iraniane, il generale Ali Dadi chiamato Abu Ali Tabtebay, uno dei massimi esperti militari della Repubblica Islamica dell’Iran. Sono morti anche altri due comandanti locali di Hezbollah: Abu Issa e Hazem Raed.

La tensione tra Libano e Israele è altissima. Nel corso del funerale si sono levati slogan contro “il nemico sionista” e gli Stati Uniti, accusati a vario titolo di essere i fiancheggiatori del terrorismo di al Qeada e dell’ISIS. L’aviazione israeliana ha intensificato i voli di ricognizione. Quello che p certo è che Hezbollah risponderà all’aggressione di Israele. Sarà una risposta ragionata e, come dicono alcune fonti del partito di Dio, “farà molto male”.

Non è escluso a questo punto che anche l’Iran possa “vendicare” la morte del suo generale. In Israele c’è massima allerta. Il premier israeliano Netanyahu ha aperto troppi fronti in questi mesi (Hamas, Siria, Hezbollah e Iran) e ora rischia di rimanere vittima della sua stessa follia di stabilizzare la regione a suon di bombe e aggressioni militari.

 

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