Russia: le operazioni militari della Nato nel Baltico sono una minaccia


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Non ci sono minacce che possano giustificare la militarizzazione della regione del Baltico: lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, in seguito all’incontro avuto con la controparte finlandese Timo Soini. Riferendosi al vertice bilaterale, Lavrov ha sottolineato come la Russia sia preoccupata per il crescente attivismo dell’Alleanza atlantica nella regione, e per le dinamiche infrastrutturali Nato lungo la frontiera russa. “Siamo convinti che tutte le questioni legate alla cooperazione nell’area del mar Baltico e nel Nord Europa in generale dovrebbero essere risolte all’interno di una cornice multilaterale, che è già stata istituita”, ha aggiunto il ministro russo. Lavrov ha inoltre spiegato come Mosca giudichi negativamente l’attitudine della Nato a coinvolgere paesi terzi nelle attività militari dell’Alleanza: “Ribadiamo la nostra posizione, che ogni nazione sia sovrana e debba scegliere la politica di sicurezza che ritiene necessaria”.

Il ministro degli Esteri russo ha auspicato una mutua comprensione fra Mosca, Helsinki e le altre capitali regionali, in termini di sicurezza e sovranità nelle scelte militari. Lavrov ha poi rassicurato i paesi Nato in merito a presunti piani d’attacco della Russia verso l’Alleanza atlantica. “Non abbiamo nessun programma di questo tipo. Credo che la Nato ne sia pienamente consapevole, ma usi questa paura come pretesto per stanziare più armamenti e battaglioni, essenzialmente come garanzia che gli Stati Uniti mantengano la propria attenzione nell’area”, ha sottolineato il ministro russo. Lavrov non considera una minaccia per la Russia l’esistenza della Nato, bensì le mosse compiute dall’Alleanza atlantica.

“Una delle maggiori minacce alla sicurezza della Russia è costituita dall’espansione verso est della Nato, e dalla politica dell’Alleanza di utilizzare la forza militare in violazione del diritto internazionale, come avvenuto in Libia e Jugoslavia”, ha dichiarato il ministro. Anche la questione ucraina rientra in questa dinamica, secondo Lavrov: “Ormai è opinione condivisa fra gli analisti che la Nato abbia usato il pretesto del colpo di stato in Ucraina e la nostra reazione ai tentativi di discriminare i russi che vivono nel paese per dare un nuovo senso all’esistenza dell’Alleanza”.

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