Siria al voto, Damasco già festeggia rielezione Assad


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(Ansa) – “Con le nostre anime e il nostro sangue, ci sacrifichiamo per Assad”. Le strade di Damasco si sono riempite di migliaia di sostenitori del presidente siriano per un raduno organizzato a due giorni dalle elezioni che dovranno riconfermarlo alla guida di un regime deciso più che mai a rimanere al potere dopo che negli ultimi mesi ha conquistato importanti vittorie sul terreno.

L’opposizione e i suoi sostenitori occidentali hanno già definito una “farsa” questa consultazione, che vede altri due candidati a fare da comparse e che comunque si svolgerà soltanto nelle regioni sotto il controllo lealista, escludendo anche quasi 2,5 milioni di profughi che hanno cercato rifugio nei Paesi vicini. Altri 6 milioni, invece, sono gli sfollati interni di questo conflitto civile, scoppiato dopo la sanguinosa repressione delle proteste pacifiche dell’opposizione nel marzo del 2011.

La commissione elettorale ha annunciato che tra i circa 200.000 elettori registrati all’estero il 95% ha votato nei giorni scorsi presso le ambasciate siriane. Decine di migliaia, in particolare, si sono recati presso le sedi diplomatiche in Giordania e in Libano. E a Beirut le operazioni elettorali si sono trasformate in una grande manifestazione in favore di Bashar al Assad che ha bloccato per ore il traffico sulle colline a sud-est della capitale, dove ha sede l’ambasciata. A Damasco le fotografie del presidente in tenuta mimetica, alta uniforme o in abiti civili si vedono ovunque, e praticamente fanno sparire quelle degli altri due candidati, entrambi politici legati al regime: il quarantaseienne Maher Hajjar, un deputato dell’ex Partito comunista, e il cinquataquattrenne Hassan Nuri, anch’egli membro del Parlamento ed ex ministro dello Sviluppo, che ha studiato negli Usa.

“Assad è il nostro leader e senza dubbio voterò per lui”, dice Samar Abdulkarim, una ragazza di 22 anni originaria della città meridionale di Sweida, presente alla manifestazione svoltasi oggi nella Città Vecchia. Accanto a lei, altre giovani donne con dipinti sulle guance un cuore e un messaggio per il presidente: “Ti amiamo”. La televisione di Stato ha interrotto più volte le normali trasmissioni per mandare in onda immagini della manifestazione. “E’ la fine della Primavera Araba – ha affermato un uomo di circa 30 anni presente al raduno – è un referendum contro il terrore”.

Non c’è dubbio che saranno in molti nelle aree sotto il controllo del regime ad esprimere la loro preferenza per Assad, spaventati per la deriva fondamentalista islamica tra le file dei ribelli. Le violenze dei qaedisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) sono state tra i principali fattori che nell’ultimo anno hanno rafforzato la posizione del governo. L’ultimo episodio, segnalato oggi dall’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), è il massacro di un uomo di 102 anni e quattro suoi familiari nella loro casa nel villaggio di Zanuba, nella provincia di Hama.(ANSA).

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