Sono un sopravvissuto all’Olocausto. La polizia britannica mi ha interrogato per aver protestato contro un genocidio


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“È fondamentale che tutti noi in Gran Bretagna prendiamo posizione adesso contro la complicità del nostro governo nel genocidio compiuto da Israele”.

Avevo sette anni quando, nel marzo del 1944, la Germania invase e occupò l’Ungheria, sua alleata poco affidabile. Questo significa che oggi ho 87 anni. Ma i miei ricordi di quando mi nascondevo da ebreo braccato con documenti falsi, e della devastazione assoluta degli scontri finali attorno a noi, tra un esercito tedesco intrappolato e l’Armata Rossa, sono ancora vividi e cristallini. Vedo le auto bruciate, i carri armati, i cavalli morti e i corpi umani, le munizioni e gli elmetti sparsi ovunque, gli edifici incendiati, montagne di macerie e vetri infranti – proprio come appare oggi Gaza, tragicamente distrutta.

Da oltre un anno è chiaro che il piano di Israele è distruggere la società palestinese a Gaza per costringere quante più persone possibile a fuggire. Questa politica ha molte differenze rispetto al piano della Germania nazista di annientare la società ebraica in Europa – ma presenta anche molte somiglianze. È per questo motivo che, da sopravvissuto all’Olocausto, ho sentito il dovere di partecipare a diverse manifestazioni pro-Palestina a Londra.

Queste manifestazioni sono state numerose e spesso imponenti. Non sorprende quindi che le autorità abbiano imposto restrizioni sempre più severe per dissuadere la partecipazione. Ma sono rimasto comunque sorpreso quando la polizia metropolitana di Londra mi ha convocato per un colloquio.

Non sappiamo fin dove intendano spingersi coloro che detengono il potere nel limitare il diritto di protesta. Ma sappiamo che vogliono rappresentare le manifestazioni pro-Palestina di Londra come segnate dall’antisemitismo. Questo nonostante il fatto che tali proteste abbiano visto la partecipazione di migliaia di ebrei, e che molti ebrei – me compreso – abbiano preso la parola dal palco rivolgendosi ai manifestanti.

Un anno fa, nell’aprile del 2024, ho tenuto il mio primo discorso su un palco a Hyde Park, raccontando alla folla immensa di quando Adolf Eichmann arrivò in Ungheria per organizzare la deportazione di 400.000 ebrei ad Auschwitz. Ho parlato anche dei 15 membri della mia famiglia che lì trovarono la morte, e di mio padre, deportato nei campi di concentramento di Belsen e Theresienstadt – anche se alla fine riuscì a tornare. Ho concluso il mio intervento così: Noi ebrei che abbiamo vissuto tutto questo dolore, le uccisioni, le umiliazioni e la distruzione, siamo contrari all’uso della memoria dell’Olocausto da parte del governo di Israele come copertura e giustificazione del genocidio in corso contro il popolo palestinese a Gaza e in Cisgiordania.

Ciò che colpì di più in quel discorso non furono tanto le mie parole, ma il fatto che la folla enorme ascoltò in un silenzio profondamente rispettoso e poi applaudì con entusiasmo. Suggerire che una simile folla fosse antisemita – o addirittura potenzialmente violenta – è assurdo. Eppure è esattamente ciò che fecero alcuni giornali il giorno successivo, pubblicando articoli privi di prove, in cui si sosteneva falsamente che la folla avesse minacciato di vandalizzare il memoriale dell’Olocausto di Hyde Park.

Da allora, politici e giornalisti filo-israeliani hanno continuato ad accusare le nostre proteste di essere “marce dell’odio” o “zone vietate agli ebrei”. Le affermazioni recenti secondo cui le nostre manifestazioni rappresenterebbero una minaccia per le sinagoghe di Londra sono solo l’ennesimo sviluppo di questa campagna incessante – ma priva di fondamento. Chiunque abbia assistito all’accoglienza calorosa e al sostegno che il nostro gruppo di discendenti di sopravvissuti all’Olocausto – così come il più ampio blocco ebraico – riceve regolarmente durante le marce, capisce bene quanto tutto ciò sia infondato.

Soprattutto, tutta questa campagna rappresenta una distrazione intenzionale dal vero problema, che è fermare subito il genocidio a Gaza. Mentre Israele riprende i bombardamenti indiscriminati – uccidendo centinaia di civili a Gaza – è fondamentale che tutti noi in Gran Bretagna prendiamo posizione ora contro la complicità del nostro governo nel genocidio compiuto da Israele.

***Stephen Kapos – Artista, architetto in pensione e sopravvissuto all’Olocausto

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