Successo diplomatico per Assad in Cina: Pechino assicura la ricostruzione della Siria


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Il viaggio del Presidente della Siria Bashar al-Assad in Cina è stato un successo diplomatico. Accompagnato dalla moglie Asma, Assad è stato accolto con i massimi onori da Xi Jinping e con lui ha partecipato alla cerimonia di apertura dei Giochi asiatici.

Isolata dall’Occidente, il solo oramai a mantenere le sanzioni nei confronti del paese arabo, Damasco ha definitivamente scelto i suoi nuovi partner internazionali: non solo Russia e Iran quindi, come malignamente afferma Washington, ma anche la Lega Araba, che ha riammesso nel suo consesso un membro politicamente strategico per gli equilibri della regione, ma anche la Cina, il colosso d’Oriente che avrà il compito di ricostruire un paese martoriato da oltre dieci anni di guerra, la peggiore del nuovo millennio.

Le parole del leader cinese sono chiare: “Sosterremo l’opposizione della Siria alle interferenze straniere, al bullismo unilaterale e ci muoveremo per la ricostruzione della Siria”. Per Assad si è trattato del secondo viaggio ufficiale in Cina dopo quello fatto nel lontano 2004 quando incontrò l’allora presidente Hu Jintao.

La Siria vive una situazione drammatica al proprio interno e al presidente Assad spetta il compito di dare risposte a una popolazione oramai stremata, sempre più povera, senza cibo, medicine, energia e con una svalutazione monetaria che rischia di portare il paese sull’orlo della bancarotta. Una situazione difficile che Assad non intende sottovalutare perché sa bene che il malcontento sociale può aprire la breccia a nuove proteste con imprevedibili conseguenze. Ecco perché il viaggio in Cina rappresenta per Damasco una via di fuga dalle sanzioni e la messa in campo di un’ampia strategia commerciale che può ridare ossigeno anche a una leadership che ha bisogno di rivalutarsi sia internamente che sul piano internazionale.

La Cina è stata politicamente al fianco della Siria in questi anni, sulla base della politica di Pechino che rifiuta l’ingerenza negli affari interni dei paesi, rispetta le politiche dei paesi e rifiuta il terrorismo. Assad, del resto, ha ricordato come il suo Paese sia stato sostenuto anche dal lato economico e umanitario, aiutando il popolo siriano a mitigare gli effetti dell’assedio.

Del resto, la Siria ha guardato con favore anche un altro risultato raggiunto da Pechino,  l’accordo saudita-iraniano, ovvero il più stretto alleato di Damasco e il più acerrimo nemico. Eppure oggi questo accordo assicura al Paese nuove prospettive negli equilibri regionali. Non è un caso, infatti, che proprio l’Arabia Saudita sia uno dei primi paesi arabi ad aver deciso di riaprire la propria ambasciata nella Repubblica Arana Siriano. Assad, in relazione a questo accordo, ha parlato “della prova del fatto che la Cina oggi costituisce una potenza mondiale civilizzata, politica e morale”.

Oggi la Siria è uno dei paesi che ha aderito alla cosiddetta Via della Seta, la stessa appena abbandonata dall’Italia. La Belt and Road Initiative è un importante progetto di sviluppo economico cinese che mira a sviluppare e stabilire corridoi commerciali terrestri e marittimi che collegano più di 150 paesi e a rafforzare la cooperazione tra loro in vari campi, stabilendo una nuova fase che mette la fine dell’egemonia degli Stati Uniti e dei suoi alleati occidentali sulle capacità del mondo e il furto delle risorse delle persone. L’iniziativa individua un mondo multipolare basato sull’uguaglianza e sul rispetto degli interessi reciproci di tutti i popoli.

Lanciata dal presidente cinese Xi Jinping nel 2013, con l’obiettivo di rafforzare i legami commerciali ed economici tra Asia, Europa e dell’Africa, attraverso la costruzione di reti ferroviarie, oleodotti e gasdotti, linee elettriche, telecomunicazioni e infrastrutture marittime, e il rilancio dell’antica Via della Seta, l’iniziativa è divisa in due rami: il primo è la Cintura Economica della Via della Seta, che mira a collegare la Cina con l’Europa, passando per l’Asia meridionale e l’Asia centrale, e il secondo è la Via della Seta Marittima, che mira a collegare la Cina con L’Europa, passando per il Sud-Est asiatico e la regione del Medio Oriente e del Nord Africa, che apre un nuovo capitolo nella cooperazione internazionale con l’obiettivo di raggiungere un futuro migliore. La Cina ha istituito un fondo di investimento con un capitale stimato in miliardi di dollari per finanziare questi progetti e assistere i paesi in via di sviluppo e le istituzioni internazionali nei paesi della Via della Seta.

La Siria è stata fin dai tempi antichi un’importante destinazione sulla Via della Seta, attraverso la quale prodotti cinesi come la seta e la porcellana venivano venduti all’Asia occidentale. I collegamenti con la Cina risalgono a mille anni fa, poiché Palmira era un importante centro commerciale e un collegamento tra Oriente e Occidente. Cina e Siria, quindi, sono due partner naturali nella costruzione dell’iniziativa “Belt and Road” e rafforza la strategia verso est del presidente Bashar al-Assad. Per questa ragione Damasco auspica di espandere le aree di cooperazione con Pechino a vari livelli.

Il 12 gennaio 2022, Siria e Cina hanno firmato un memorandum d’intesa nell’ambito dell’iniziativa “Belt and Road”, secondo il quale la Siria ha aderito all’iniziativa, che aiuta ad aprire ampi orizzonti di cooperazione tra i due paesi, e con una serie di dei paesi partner nell’iniziativa in diversi settori, tra cui lo scambio di beni, tecnologia, capitali e la stimolazione della circolazione delle persone, oltre allo scambio culturale.

Il 29 aprile 2023, durante il suo incontro con l’inviato speciale cinese in Medio Oriente Zhai Jun, il presidente al-Assad ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa “Belt and Road” per raggiungere lo sviluppo e la cooperazione economica, spiegando che poiché il confronto è sempre stato principalmente economico, si è resa necessaria la liberazione dalle restrizioni nei rapporti con il dollaro, e che i paesi BRICS possano svolgere un ruolo di primo piano in questo campo, oltre alla possibilità di adottare lo yuan cinese nelle transazioni commerciali tra paesi, mentre le autorità cinesi ha indicato che il suo Paese vede le relazioni con la Siria da una prospettiva strategica e all’interno di una visione globale per la regione.

Negli ultimi dieci anni, l’iniziativa “Belt and Road” ha ottenuto risultati fruttuosi, attirando l’adesione di oltre tre quarti dei paesi del mondo, creando più di 3.000 progetti di cooperazione, stimolando investimenti per circa un trilione di dollari USA e creando 420.000 opportunità di lavoro per i paesi situati lungo la strada. Questi risultati dimostrano che la “Belt and Road” avvantaggia tutti i paesi e contribuisce a stabilire sicurezza e pace in tutto il mondo.

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