The Guardian: le due italiane nelle mani dello Stato Islamico


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Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due attiviste rapite in Siria agli inizi di agosto, sono nelle mani dei miliziani dello Stato Islamico. Ne è sicuro il quotidiano britannico The Guardian che parla di due donne italiane tra i quattro ostaggi stranieri sequestrati dai militanti dello Stato islamico vicino Aleppo negli ultimi giorni.

Oltre alle italiane, si legge, ad essere catturati sono stati un danese e un giapponese, ma nessuno dei quattro viene identificato con nome e cognome. Si tratta di giornalisti, fotografi o operatori umanitari e sarebbero stati presi vicino Aleppo o Idlib, per poi essere trasferiti a Raqqa, roccaforte dello Stato Islamico nel nord della Siria. Secondo The Guardiansono oltre 20 i cittadini stranieri nelle loro mani.

AL QUDS AL ARABI: LE DUE ITALIANE PRESTO LIBERE –  Di opinione diversa è il quotidiano panarabo al Quds al Arabi, pubblicato a Londra. Citando una fonte del gruppo di ribelli islamici Ahrar ash Sham, il quotidiano scrive che le due ragazze non sarebbero state sequestrate dai jihadisti dello Stato Islamico ma da una brigata dell’opposizione siriana. Uno dei rapitori sarebbe stato catturato nei pressi di Sarmada, località a ridosso del confine con la Turchia nella regione di Idlib, e avrebbe confessato che “stava trattando con le autorità italiane per raggiungere un accordo su un riscatto”. Secondo quanto riporta la fonte, le due italiane starebbero bene e potrebbero essere liberate nei prossimi giorni.

BLITZ PER SALVARE FOLEY – Intanto il Pentagono ha rivelato che le forze speciali Usa, con un blitz autorizzato dal presidente Obama, lo scorso luglio hanno tentato di liberare il giornalista James Foley e altri ostaggi americani detenuti in Siria dai miliziani jihadisti dell’Isis. L’operazione è fallita perché gli ostaggi non erano nel luogo in cui il commando ha fatto irruzione. All’operazione hanno partecipato decine di militari delle forze speciali, di quasi ogni arma e uno di loro è rimasto ferito nel corso di una feroce battaglia con i terroristi. Si tratta della prima operazione militare condotta da forze Usa in Siria di cui si abbia notizia e, successivamente, la portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Caitlin Hayden, ha precisato che l’amministrazione non aveva alcuna intenzione di renderla nota.

STATO ISLAMICO SCRISSE AI FAMILIARI DI FOLEY – La scorsa settimana i miliziani dello Stato Islamico hanno scritto una mail alla famiglia di James Foley prima di ucciderlo. “Sapevamo esattamente dove si trovava dagli altri ostaggi rilasciati”, ha detto l’amministratore delegato del GlobalPost, Philip Balboni, al Washington Post. “Sapevamo che i suoi carcerieri erano jihadisti britannici”, ha continuato parlando dell’uccisione del reporter per mano dei miliziani dello Stato Islamico. Uno degli ex ostaggi rimasto nelle mani dell’Is per un anno a Raqqa, la città siriana controllata dai miliziani, ha detto al GlobalPost che i jihadisti britannici che hanno ucciso Foley sono intelligenti, hanno studiato e sono devoti all’insegnamento dell’Islam radicale.

HOLLANDE: DA TEMPO DIAMO ARMI AI RIBELLI – La Francia ha consegnato armi da diversi mesi ai ribelli siriani, “intrappolati tra il regime di Bashar al Assad e lo Stato Islamico”. Lo ha annunciato il presidente francese, Francois Hollande. Queste forniture sono avvenute “da diversi mesi, quando i ribelli siriani facevano fronte a volte alle armi del dittatore Bashar al Assad e a volte questo gruppo terroristico, lo Stato Islamico”, ha dichiarato Hollande, in missione sull’isola di Riunione. Già lunedì, in un’intervista a Le Monde, il presidente francese aveva confermato che la Francia ha sostenuto la “rivolta democratica siriana”, inviando armi agli oppositori di Assad.

 

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