Tunisia: su terrorismo islamisti messi all’angolo


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La Tunisia, che si confronta con un terrorismo che ha approfittato della relativa reazione dello Stato al primo manifestarsi dei movimenti islamici integralisti, sembra prendere coscienza che la lotta al terrorismo non può essere portata avanti con compromessi o sottovalutazioni. Se ne è avuta una conferma con la marcia contro il terrorismo che ha attraversato le strade di Tunisi e che, in un clima di condiviso timore, ha visto insieme esponenti di molti partiti, a partire da Nidaa Tounes ed Ennhadha, ben consapevoli che la Tunisia potrebbe essere preda delle mire espansionistiche di gruppi jihadisti che oggi operano in altri Paesi e che potrebbero saldarsi con quelli ‘autoctonì.

La marcia è stata indetta all’indomani della strage di uomini della Gendarmeria, che ha lasciato sul terreno quattro morti, caduti in un’imboscata a Boulaaba, nei pressi del monte Chaambi, nel governatorato di Kasserine, la ridotta degli jihadisti sotto la pressione di esercito e forze di sicurezza. Una marcia di protesta e di consapevolezza, che però ha avuto un momento di inattesa tensione quando inopinatamente in testa al corteo, proprio davanti alle bandiere di Nidaa Tounes, si è messo Adel Almi, leader del partito islamista Ezzitouna. Una manovra probabilmente a fini propagandistici e mediatici che ha provocato l’immediata reazione della gente. Alcuni uomini si sono avvicinati con fare minaccioso ad Almi che, prima, ha abbozzato una protesta cercando di spiegare i perchè della sua presenza, poi, probabilmente consigliato da suoi compagni di partito, ha preso la via di una delle strade secondarie di avenue Bourghiba, dove si è svolta la marcia.

Un episodio durato lo spazio di pochi minuti, ma che ha avuto molta eco sui media on line, che hanno ospitato video e fotografie della ‘comparsatà di Almi, che ha successivamente definito l’accaduto come una forma di ‘terrorismò. Frasi pesanti che però non spostano il cuore della faccenda, ovvero che la quasi totalità della società tunisina non si riconosce in chi sostiene la prevalenza dell’islam sulla vita quotidiana respingendo ogni forma totalizzante di presenza della religione al di fuori delle scelte personali. Adel Almi, nonostante la poca incidenza di Ezzitouna nel panorama politico tunisino, è stato insultato pesantemente, non per quello che rappresenta (il suo partito non è nemmeno il più estremista), ma per una forma di rigetto dell’integralismo religioso che pure ha il suo seguito, ma che, per certi versi, vede la sua realtà sopravvalutata e sovradimensionata per fatti che accadono lontano dalla Tunisia.

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