Turchia. Media: lo Stato conosceva attentatore dell’ISIS contro l’HDP


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Il sospetto arrestato dalla polizia turca per la doppia esplosione del 5 giugno al comizio del partito filo-curdo Hdp a Diyarbakir, che ha provocato 4 morti e oltre 100 feriti, era stato fermato e poi rilasciato a ottobre nonostante il timore che fosse stato reclutato dall’Isis. Lo sostiene il quotidiano Radikal, secondo cui Orhan G., arrestato ora dalle forze di sicurezza, era già stato interrogato senza essere poi più seguito.

In base al racconto del padre di Orhan G., lo scorso anno le autorità turche avrebbero risposto a una sua denuncia di scomparsa dicendogli che il figlio si era unito all’Isis. Secondo Radikal, a reclutarlo sarebbe stato un uomo, Mahmut G.D., che in passato si era unito all’Isis prima di tornare in Turchia nel 2014 senza che le autorità indagassero sulle sue attività successive. «Per uno Stato, questa è una grande prova di vulnerabilità e una clamorosa goffaggine», altrimenti «non c’è altra possibilità che considerare possibili cattive intenzioni», accusa il giornale.

Secondo l’inchiesta almeno 8 giovani della provincia sudorientale di Adiyaman, da cui proviene anche il sospetto attentatore al comizio del partito filo-curdo, si sarebbero uniti all’Isis nell’ultimo mese e alcuni si sarebbero anche sposati in Siria. Il leader dell’Hdp, Selahattin Demirtas, ha denunciato nei giorni scorsi il rischio di nuovi attacchi dell’Isis in Turchia.

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